giovedì 8 dicembre 2016

Cnvivenza obbligata col terremoto

Editoriale Radio Onda Libera dell'1 novembre 2016

Gli impegni del governo, i container entro Natale, la gente terremotata non sarà lasciata sola, altri 40 milioni sono stati stanziati per le prime emergenze. Intanto continua il dramma degli sfollati, di quelli che hanno perso la casa e non vogliono allontanarsi dal paese, non vogliono staccarsi dai propri affetti e dalle proprie cose. È questo e un bene pensando al futuro altrimenti i nostri borghi si spopoleranno, diventeranno borghi fantasma. Intanto gli sfollati sono costretti a subire lo sciame sismico e vivono sulla pelle il dramma tra la paura, la rassegnazione e la voglia di restare; anche gli imprenditori dell'area terremotata vogliono reagire, vogliono rimboccarsi le maniche. Ma l'emergenza è dare una sistemazione a chi è rimasto senza casa, c'è stata tensione tra alcuni abitanti e le istituzioni perché in molti volevano le tende e non spostarsi mentre l'intenzione delle autorità era di farli andare in alberghi e strutture per esigenze di sicurezza.
Le altre notizie degne di rilievo sono quelle che arrivano dagli esperti. I vulcanologi hanno riferito che il suolo in seguito alle ultime scosse, in particolare quella fortissima di domenica, si è abbassato di 70 centimetri. Spiegando che si tratta del l'allargamento della vecchia faglia e che scientificamente è stato spiegato come l'allargamento dell'Appennino verso le coste, quella adriatica è quella tirrenica. Di sicuro dopo lo stillicidio di scosse la conformazione morfologica del territorio è inevitabilmente e profondamente cambiata, la certezza è che l'incubo del terremoto non è destinato a finire tra poco, anzi dobbiamo metterci in testa che con la paura e con le scosse ci dobbiamo convivere e anche a lungo.

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