sabato 10 dicembre 2016

Referendum e scenari possibili

Editoriale Radio Onda Libera del 29 novembre 2016

Sul referendum si ipotizzano scenari, si costruiscono retroscena e si cercano risposte a interrogativi legittimi. C'è innanzi tutto una novità per il dopo. Esisterebbe una bozza di riforma dell'Italicum, che prevede cambiamenti sostanziali. Come la previsione di metà seggi da assegnare con i collegi uninominali e metà con il proporzionale (senza preferenze ma con un listino bloccato), e con un premio di maggioranza attorno al 15 per cento per la lista o coalizione che prende più voti. È un modello sul quale ci sarebbe il "via libera" anche di Berlusconi perché permetterebbe all’ex presidente del consiglio, da una parte, di mettere insieme un’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia e, dall’altra, di presentare ancora il simbolo di Forza Italia. Nel Partito democratico ritengono che con un sistema elettorale simile il Pd potrebbe dare vita a un’alleanza con i centristi di Alfano e Casini, con Scelta civica, Ala e con la sinistra di Pisapia e Zedda.
Nel proporzionale ognuno andrebbe per conto proprio, ma sull’uninominale si unirebbero le forze. Non solo: nel Partito democratico sono convinti che, nonostante il pressing elettorale dei 5 Stelle, con questo sistema ci sarebbero buonissime probabilità di conquistare la maggioranza.
Ma c’è anche un’altra novità: a Palazzo Chigi, dove stanno arrivando nuovi sondaggi che vengono esaminati con grande attenzione, si sta valutando una nuova ipotesi. Cioè che Renzi si dimetta anche nel caso di una vittoria del Sì. Già, pure con un risultato del genere il premier sarebbe pronto a salire al Quirinale e a dare le proprie dimissioni. Con un’argomentazione ben precisa: questo governo è nato, nel 2014, con il chiaro e inequivocabile mandato di Napolitano di realizzare una riforma istituzionale, e ora che la riforma è realtà, l’esecutivo considera esaurito il compito. Un altro motivo è che Renzi ha bisogno di un Parlamento a sua immagine e somiglianza; queste sono Camere elette nel 2013, rispecchiano le logiche di quel momento storico e di quelle segreterie. Insomma, se vince il no Renzi ha già detto che non ci sta a fare il rRnzi bis, ma a questo punto anche se vince il sì il premier Renzi si dimetterebbe. Comunque mancano pochi giorni e non resta che attendere il 4 dicembre.

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