martedì 6 dicembre 2016

La strada del perdono

Il punto del direttore del 5 agosto 2016

Il mondo ha bisogno del perdono, tutti noi abbiamo bisogno di essere perdonati e di perdonare. Questo il messaggio, forte e sentito, pronunciato da papa Francesco nella Porziuncola, luogo simbolo della cristianità dove otto secoli fa il Santo di Assisi ricevette la concessione dell'indulgenza plenaria, la prima in assoluto nella storia della Chiesa, perché “voleva mandarci tutti in Paradiso”.Una visita storica per indicare a tutti la strada maestra per la salvezza e qui nella piccola chiesa all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli tutto parla di perdono. Lo ha detto il Santo Padre nella sua meditazione e le sue parole ritornano a mente se ripercorriamo le immagini del suo arrivo in una delle giornate più calde d’estate, quando non risparmia le carezze ai malati e ai bambini, quando sorride fermandosi a stringere le mani mentre attraversa la navata principale fino a quando si siede su una sedia come ha fatto ad Auschwitz davanti a quel minuscolo pezzo di terra pregando in silenzio e chiedendo perdono per tutto il male che gli uomini hanno prodotto e continuano a produrre.
La commozione dura il tempo del suo raccoglimento, il silenzio sembra irreale, e poi le sue parole che rimbombano come un monito, intervallate da frasi e battute “fuori sacco” per semplificare il discorso stampato. Ma sempre a insistere sulla strada del perdono, l’unica strada che può davvero rinnovare la chiesa e il mondo. Il mondo ha bisogno del perdono, ha ripetuto. “Perché troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace”.
Ma alla fine il Papa ha regalato anche un fuori programma, dirigendosi verso i confessionali e invitando i vescovi e i frati a seguirlo per confessare alcune persone. Un gesto in linea con il suo modo di fare, in sintonia con il tema del perdono. Un evento storico questa seconda visita del Pontefice nella terra di Francesco, la comunità umbra da ieri è più ricca e ricorderà la grandezza di questo uomo vestito di bianco che invoca il perdono già invocato da Francesco diventato santo ottocento anni fa nello stesso luogo e con lo stesso spirito.

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