lunedì 30 novembre 2015

E' duello fra Pd e Movimento 5Stelle

Editoriale Radio Onda Libera del 30 novembre 2015

La politica è in pieno movimento, il Parlamento è alle prese con la legge di stabilità, i partiti con sondaggi e scelta dei candidati. Tra qualche mese si voterà per le amministrative in alcuni Comuni importanti e anche decisivi, da cui dipenderà in un certo senso la linea o la sopravvivenza del governo. Il Pd ha stabilito il 20 marzo per le primarie ma i nomi dei candidati che si sfideranno ancora non ci sono. Stesso impasse anche per gli altri, del resto le voci parlano addirittura di un voto a giugno per motivi strategici.
Interessanti le analisi che si fanno, a cominciare dalla tenuta del Movimento 5Stelle, che al contrario di qualche osservatore e politico vecchio stampo non imploderà, ma sta più che bene, in salute e va preso sul serio. Perché dal 2013, da quando si è presentato alle politiche, è sempre il secondo partito, dietro al Pd. Secondo qualcuno, è perfino il primo. Negli ultimi mesi, infatti, ha continuato a crescere, mentre il Pd è calato.
E, dopo l'estate, la distanza fra i due primi partiti, Pd e M5s, si è ridotta (secondo l'Atlante politico di Demos) intorno a 4-5 punti: 31,6% a 27,4% . Confermata, in caso di ballottaggio: 52 a 48. Il M5s, in altri termini, potrebbe vincere le elezioni. Anzi, secondo il CI-SE di Roberto D'Alimonte, che ne ha scritto ieri sul Sole 24 Ore, vincerebbe. Anche se di misura.
Ovviamente a indicare questi dati sono i sondaggi che, ricordiamolo sempre, sono strumenti per aiutare a cogliere le tendenze, gli orientamenti, a capire le ragioni dei cambiamenti. Un cambiamento nell'elettorato del Movimento 5Stelle è il fatto che, in caso di successo elettorale, 8 su 10 si dicono decisi a governare.
Nel 2013 era avvenuto il contrario. Perché 7 su 10, allora, avevano spiegato la loro scelta come un voto di protesta. Oggi non è più così. Per questo il M5s va preso sul serio. E per questo conviene chiedersi cosa sia cambiato nel corso del tempo. La domanda di cambiamento era arrivata dai giovani e soprattutto on line, ora pare più estesa anche alle altre generazioni stanche di una politica che non dà risposte. E quando le da sono insoddisfacenti. Un'altra novità riguarda la leadership. In un movimento nato come personalizzato, a immagine e somiglianza di Grillo e dello strategia Casaleggio, oggi ci sono altri leader come Di Maio e Di Battista che sono riconosciuti dalla base come tali. Insomma se così è il Movimento 5Stelle potrebbe essere il primo partito personale che sopravvivrebbe al proprio fondatore. Un clamoroso salto in avanti, politicamente parlando.

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