giovedì 19 novembre 2015

E' indispensabile una strategia globale

Editoriale Radio Onda Libera del 18 novembre 2015

La paura del terrorismo si diffonde, ieri sera un allarme bomba ha fatto sospendere ad Hannover la partita amichevole Germania-Olanda. Ma non solo, l'allarme è scattato anche in una sala concerti e alla stazione. Intanto, questa è una notizia fresca, poche ore fa intorno alle 4 c'è stato un blitz delle teste di cuoio francesi in un sobborgo di Parigi dove secondo gli inquirenti si trova un covo di terroristi e dove si pensa sia asserragliato anche Abdelhamid Abaaoud, considerato la mente delle stragi di Parigi con 4 suoi.
Ci sarebbero tre morti, fra cui una donna, mentre tre persone sarebbero state arrestate. La donna si è fatta esplodere per non essere presa dalle forze speciali francesi. L'edificio in cui si trova l'appartamento con dentro il sospetto è stato evacuato e sono state sentite tre esplosioni. Secondo voci non verificate uno dei morti sarebbe un passante rimasto intrappolato al momento del blitz.
Su questo blitz avremo dettagli e informazioni più complete durante la giornata. Per ora continuiamo a parlare della strage di venerdì sera e soprattutto di cosa fare per neutralizzare i terroristi islamici. Assodato che la Francia non può rimanere sola, come non deve rimanere solo nessun Paese nel mirino dell'Isis,  è assodato anche che la risposta non può essere militare perché non si tratta di una guerra normale perché i combattenti sono dappertutto, in tutti i Paesi del l'Occidente, e vivono con l'obiettivo di sottometterci, allora è necessaria una reazione di tutti i Paesi del mondo, una strategia che miri a controllare i loro luoghi, le moschee e i loro spostamenti per impedire altre carneficine, altri attacchi terroristici.
In conclusione vogliamo spendere due parole su un comico, Crozza, che ieri sera nel commentare il 13 novembre a Parigi ha detto delle cose sacrosante. E cioè che non si possono piangere solo i morti di Paesi di cui abbiamo il souvenir in casa. Nel senso che le vittime del terrorismo islamico sono tutte uguali, sia quelle del Libano che quelle del Sinai. Come non dargli ragione?


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