venerdì 6 novembre 2015

Giù il cappello al bis di Paciullo

Il punto del direttore dell'1 novembre 2015

Diversi sarebbero gli argomenti da trattare, diversi gli spunti che arrivano dalla politica, ma per una sorta di riparazione (continuità) torniamo a parlare di università e precisamente della Stranieri. Qui alle elezioni di martedì scorso l’unico candidato alla carica di rettore era il rettore uscente Giovanni Paciullo, quindi era scontato che fosse rieletto. Così infatti è stato e fin qui nulla di eccezionale, e ci mancava pure visto che non aveva sfidanti, la sua era una corsa in solitaria e l’ermellino non poteva sfuggirgli.
Ma quando la vittoria è assodata, il come diventa importante e degno di riflessione perché dietro il voto c’è un mondo o meglio una lettura che non lascia scampo a interpretazioni o dietrologie.
Il nome di Paciullo sulla scheda lo hanno scritto ben 72 votanti su 82. Quasi un plebiscito, e visto che siamo abituati per onestà intellettuale a dare a Cesare quel che è di Cesare, in questo caso a Giovanni quel che è di Giovanni, dobbiamo riconoscere che in questa storia ha avuto ragione lui.
La sua mossa, apparsa astuta, di dimettersi un anno prima per ricandidarsi, è stata la scelta giusta e, visto il risultato, più che azzeccata. Quindi tanto di cappello, chapeu. Con gli auguri sinceri di continuare il lavoro intrapreso nel rilancio di Palazzo Gallenga.
E siamo sicuri che in questo momento storico anche per come sono andate le cose è l’unico che può assolvere a questo compito.
Quelli che invece devono finire dietro la lavagna sono i presunti oppositori alla gestione Paciullo, quelli che avevano storto il naso alla decisione del rettore di lasciare per raddoppiare, quelli che avevano ipotizzato di incanalare il dissenso in schede bianche e/o fuga dal seggio, quelli che si lamentavano (e forse si lamentano pure oggi) di come andavano le cose.
Devono finire metaforicamente in castigo per due ordini di motivi, perché si sono rivelati poco coraggiosi nell’affrontare e costruire uno straccio di minoranza e perché alla fine sono affetti dalla solita malattia, quella di chiacchierare a vanvera e non quagliare, quella di tirare il sasso e nascondere la mano.
In democrazia vince chi ha i numeri e Paciullo ha dimostrato di averli. E non solo i numeri, ma anche gli attributi. A differenza di chi lo ha criticato senza metterci la faccia. Per cui va bene così, plaudiamo chi ha l’audacia di mettersi in discussione e contarsi, non apprezziamo chi trama nell’ombra menando il can per l'aia e poi al momento giusto inventarsi alibi per silenziare la coscienza e l'incoerenza.
In conclusione, da oggi in poi, anzi dal 27 ottobre, per l’università per Stranieri può cominciare una nuova stagione con un rettore che non ha rivali, anzi dal verdetto delle urne risulta anche molto amato.
Palazzo Gallenga, come del resto lo Studium perugino, è un'istituzione prestigiosa che necessita di tornare agli splendori di una volta per continuare a svolgere il ruolo culturale che le compete e che arricchisce una città come Perugia. C'è bisogno di fatti e non di parole o di strategie perdenti che non portano da nessuna parte. Quindi sotto con il lavoro, e per il prossimo triennio per favore si lascino da parte complotti e complottini. Sarebbe solo tempo sprecato.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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