martedì 17 novembre 2015

Le risposte d'istinto non servono

Editoriale Radio Onda Libera del 17 novembre 2015

Mentre continua la caccia agli attentatori, mentre proseguono gli atti di solidarietà, i leader del mondo stanno decidendo come reagire agli attacchi dell'Isis, quale strategia adottare in questa guerra anomala per gli obiettivi ma sanguinosa e feroce nelle modalità e nei risultati. Serve una grande e unica coalizione per combattere questo esercito terroristico. Questa la proposta del presidente francese Hollande che ha annunciato a breve un incontro con Obama e Putin. E ha anche annunciato l'estensione dello stato d'emergenza per tre mesi.

Intanto la Francia, già il giorno dopo la carneficina, aveva deciso per i raid aerei nelle zone del Medio Oriente in mano al califfato dello stato islamico. quasi una reazione a caldo, per vendicare le vittime innocenti di Parigi. Ma alle minacce dell'Isis non serve a nulla rispondere con un atto d istinto. Mostrare i muscoli per dire "adesso ve la facciamo pagare" lascia il tempo che trova. Comprensibile dal punto di vista emotivo ma inutile dal punto di vista pragmatico.
Occorre determinazione nell'affrontare il problema terrorismo e soprattutto occorre una strategia complessiva e una visione larga, dall’Afghanistan alla Nigeria, dalla Libia alla Somalia. Questa a nostro modesto parere sarebbe la strada da seguire anche perché, e questo emerge anche dal G20 svolto in Turchia, gli interessi divergenti dei vari Stati in quei Paesi bloccano qualsiasi iniziativa militare anti Isis in risposta agli attentati di venerdì sera nel cuore di Parigi. Anzi, isolano la Francia che è rimasta l'unica a parlare di guerra, la sola a chiedere all’Europa di chiudere le frontiere, più o meno sola nei raid in Siria, come quelli unilaterali in Libia quattro anni fa, non a caso criticati oggi.
Insomma dal G20 emerge che tutti hanno paura del terrorismo ma anche di muoversi perché troppi interessi economici sono in gioco e quindi si rischia l'immobilismo contro l'Isis.


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