venerdì 6 novembre 2015

Regioni da ridurre, c'è il partito del no

Editoriale Radio Onda Libera del 28 ottobre 2015

Da 20 a 12, ecco il piano del Pd a proposito della riduzione delle Regioni italiane. Ma l'operazione di taglio, che era stata anche fatta propria dal governo, sta subendo una frenata. Andiamo per ordine. Venti giorni fa, il senatore Ranucci del Pd ha presentato un ordine del giorno che prevede la riduzione da 20 a 12, ordine del giorno che è  stato fatto proprio dal governo. In questo placet c'è chi ci ha visto un segnale chiaro, e cioè che subito dopo le riforme il governo passerà alla riorganizzazione delle regioni. A livello di atti, c'è un disegno di legge alla Camera e uno al Senato che prevede lo stesso tema.


Il progetto da 20 a 12 si basa sugli studi della Fondazione Agnelli: in pratica dodici macro regioni, intatte solo Sicilia, Sardegna e Lombardia, il resto sarà accorpato. Ma come era immaginabile, appena si pensa di intaccare rendite di posizione, cominciano gli stop, i distinguo. La prima è arrivata dalla vice segretaria del partito Serracchiani, che ha esplicitamente detto che l'argomento non è nell'agenda del governo. Troppa frammentazione, questo il suo ragionamento, sarebbe pericolosa, sarebbe meglio accorpare i comuni sotto il diecimila abitanti.
Ecco di nuovo spuntare la mentalità dei mille campanili, appena nell'aria si intravede il rischio di toccare il proprio orticello. Lo abbiamo visto con le Province, lo stiamo vedendo con il Senato. Lo vedremo con le Regioni.
Ora, da tempo noi siamo convinti che l'impalcatura istituzionale pensata sessant'anni fa e attuata per le regioni 45 anni fa non regga più. E' anacronistica e soprattutto è dispendiosa. Proprio nelle regioni si annidano gli sprechi di denaro pubblico più vistosi, basta elencare le inchieste di procura e Corte dei conti per rendersene conto.
Oggi come oggi servirebbe uno stato leggero, i carrozzoni vanno smembrati e rottamati. Le regioni una volta potevano essere simbolo di un'identità, oggi non più. Speriamo che Renzi, che di coraggio ha dimostrato di averne, prosegua con l'operazione taglia-regioni. Si potrà discutere se lasciarne dodici oppure ridurre ancora, fare della macroaree. L'importante è non fermarsi.

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