sabato 30 gennaio 2016

Il dazio pagato da Renzi

Editoriale Radio Onda Libera del 29 gennaio 2016

Il governo Renzi sale da 56 a 64 membri e quattro sottosegretari cambiano ministero. La squadra del premier diventa più numerosa, del resto da troppo tempo il rimpasto era atteso per colmare i posti vuoti dell'esecutivo. Così ieri il presidente del consiglio ha riempito le caselle. E il primo dato che balza agli occhi è questo: tre degli otto freschi di nomina e cinque sui dodici coinvolti dal rimpasto sono del Nuovo centro destra, il partito di Angelino Alfano.
Del resto il Pd governa con gli ex amici di Forza italia quindi è scontato che qualche poltrona sia andata a loro. Certo, non in questi termini e proporzioni, potrebbe obiettare qualcuno. E su questo potremmo ragionare.
Al di là della girandola dei nomi, che vogliono dire poco alla fine dei conti, interessanti le reazioni a caldo. Ne citiamo una per tutte, e cioè quella del senatore bersaniano, eletto in Umbria, Miguel Gotor che via Twitter ha scritto
“Dal manuale Cencelli al manuale Renzelli, con Ncd che ha più ministri che voti". Una frase eloquente e anche simpatica; del resto Gotor era il battutista di Bersani, lui si inventò per l'ex segretario del partito il compito di smacchiare il giaguaro Berlusconi. Poi abbiamo visto come è finita... comunque il manuale Renzelli non è male.
Comunque senza annoiarvi con i personaggi del rimpasto, chi va dove, chi prende il posto di chi e a fare che, l'aspetto politico da sottolineare è proprio questo dazio pagato ad Alfano: insomma tante deleghe per un partito che nei numeri non ha tutta questa forza Qualcosa non funziona. A meno che Renzi non ha ottenuto un paio di via di libera, uno per esempio sulla legge delle unioni civili, e in cambio ha elargito qualche poltrona. Questa è l'unica spiegazione plausibile per cementare una maggioranza che traballa, che lui da perfetto acrobata modella a seconda delle convenienze. E questa volta ha dovuto pagare dazio altrimenti il cammino della legislatura sarà più impervio.
Vedremo se questo retroscena sarà giusto oppure si tratta soltanto di dietrologia. Del resto come diceva il buon Andreotti a peccare si fa male ma ci si azzecca.


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