martedì 19 gennaio 2016

Furbetti del cartellino a casa

Editoriale Radio Onda Libera del 18 gennaio 2016

Il governo ha annunciato il pugno duro contro i furbetti del cartellino, i famigerati fannulloni della pubblica amministrazione. Chi "timbra e se ne va" verrà "licenziato entro 48 ore" e "il dirigente che non procede al licenziamento rischia lui stesso di essere mandato a casa".


Un provvedimento, questo, atteso da anni, soprattutto da quei dipendenti pubblici che il loro lavoro lo fanno tutti i santi giorni con impegno e competenza, poi da tutto il resto del mondo, i dipendenti privati, che non possono più di tanto per i controlli, e infine da tutte quelle persone, giovani e meno giovani, che il lavoro lo vorrebbero e non riescono a trovarlo.
Siamo d'accordo con il ministro Madia che, a chi continua a ripetere il mantra che le norme ci sono - e poi riprendiamo questo punto - ha risposto che è una questione di etica: chi timbra e va a spasso, e ovviamente c'è la prova provata di questo, l'immagine che ti inchioda, deve essere licenziato immediatamente, in due giorni appunto. Di che cosa altro dobbiamo disquisire? Del sesso degli angeli?
Il governo porterà il provvedimento in consiglio dei ministri dopodomani, quindi l'ipotesi di passare da una media di 102 giorni per il licenziamento, tanti sono oggi necessari stando alle ultime statistiche della Funzione pubblica, ad appena 48 ore, per chi viene beccato in flagrante. A proposito, sono in vista anche le azioni di rafforzamento della visita fiscale, passando le competenze dalle Asl all'Inps come polo unico per i controlli. Così finti malati, ma soprattutto truffatori, perché tali sono a nostro avviso, avranno vita breve sempre se ovviamente ci saranno i controlli e ci sarà chi applicherà le leggi che ci sono. Ed era ora dopo i tanti scandali che negli ultimi mesi si sono scoperti, l'ultimo il nuovo caso della Capitale, con protagonisti alcuni custodi del museo delle arti, ma ricordiamo anche Sanremo dove è diventato eclatante il vigile che timbrava in mutande e quasi duecento assenteisti sono finiti nel mirino della magistratura, oppure all'ospedale di Salerno dove i dipendenti timbravano e andavano a fare tutt altro.
Questo per dire che i furbetti del cartellino stanno al Nord come al Sud e al Centro. E il provvedimento annunciato dal governo ci pare una cosa sacrosanta, giusta, e se proprio ci vogliamo trovare un difetto tardiva. Perché, diamo un dato, su settemila procedimenti aperti ogni anno quelli che portano all’interruzione del rapporto di lavoro sono poco più di 200, di cui un centinaio per assenteismo.
Le reazioni all'annuncio di tutto questo? I sindacati hanno storto il naso e si sono fatti grandi ricordando al governo che le norme già esistono. Sì diciamo noi ma la complessità e la farraginosità del sistema sono tali da rendere inapplicabili le leggi, soprattutto nei tempi. Poi, sempre il nostro parere, il sindacato deve difendere i lavoratori ma in primis quelli che non rubano lo stipendio, quelli onesti e fanno il proprio dovere. Anzi, il sindacato per primo deve cacciare gli assenteisti e i furbetti del cartellino.

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