Il governo ha annunciato il pugno duro contro i furbetti del cartellino, i famigerati fannulloni della pubblica amministrazione. Chi "timbra e se ne va" verrà "licenziato entro 48 ore" e "il dirigente che non procede al licenziamento rischia lui stesso di essere mandato a casa".
Un provvedimento, questo, atteso da anni, soprattutto da
quei dipendenti pubblici che il loro lavoro lo fanno tutti i santi giorni con
impegno e competenza, poi da tutto il resto del mondo, i dipendenti privati,
che non possono più di tanto per i controlli, e infine da tutte quelle persone,
giovani e meno giovani, che il lavoro lo vorrebbero e non riescono a trovarlo.
Siamo d'accordo con il ministro Madia che, a chi continua
a ripetere il mantra che le norme ci sono - e poi riprendiamo questo punto - ha
risposto che è una questione di etica: chi timbra e va a spasso, e ovviamente
c'è la prova provata di questo, l'immagine che ti inchioda, deve essere
licenziato immediatamente, in due giorni appunto. Di che cosa altro dobbiamo
disquisire? Del sesso degli angeli?
Il governo porterà il provvedimento in consiglio dei
ministri dopodomani, quindi l'ipotesi di passare da una media di 102 giorni per
il licenziamento, tanti sono oggi necessari stando alle ultime statistiche
della Funzione pubblica, ad appena 48 ore, per chi viene beccato in flagrante.
A proposito, sono in vista anche le azioni di rafforzamento della visita
fiscale, passando le competenze dalle Asl all'Inps come polo unico per i
controlli. Così finti malati, ma soprattutto truffatori, perché tali
sono a nostro avviso, avranno vita breve sempre se ovviamente ci saranno i
controlli e ci sarà chi applicherà le leggi che ci sono. Ed era ora dopo i
tanti scandali che negli ultimi mesi si sono scoperti, l'ultimo il nuovo caso
della Capitale, con protagonisti alcuni custodi del museo delle arti, ma
ricordiamo anche Sanremo dove è diventato eclatante il vigile che timbrava in
mutande e quasi duecento assenteisti sono finiti nel mirino della magistratura,
oppure all'ospedale di Salerno dove i dipendenti timbravano e andavano a fare
tutt altro.
Questo per dire che i furbetti del cartellino stanno al Nord come
al Sud e al Centro. E il provvedimento annunciato dal governo ci pare una cosa
sacrosanta, giusta, e se proprio ci vogliamo trovare un difetto tardiva. Perché,
diamo un dato, su settemila procedimenti aperti ogni anno quelli che portano
all’interruzione del rapporto di lavoro sono poco più di 200, di cui un
centinaio per assenteismo.
Le reazioni all'annuncio di tutto questo? I sindacati hanno
storto il naso e si sono fatti grandi ricordando al governo che le norme già
esistono. Sì diciamo noi ma la complessità e la farraginosità del sistema sono
tali da rendere inapplicabili le leggi,
soprattutto nei tempi. Poi, sempre il nostro parere, il sindacato deve
difendere i lavoratori ma in primis quelli che non rubano lo stipendio, quelli
onesti e fanno il proprio dovere. Anzi, il sindacato per primo deve cacciare
gli assenteisti e i furbetti del cartellino.
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