giovedì 7 gennaio 2016

Che la nostra politica
sappia cogliere le sfide

Il punto del direttore del 3 gennaio 2016

Anno nuovo, politica vecchia. Tra panettoni, fuochi di artificio e bottiglie di champagne personalizzate rischiano di rimanere intatti i vizi e le polemiche che hanno accompagnato la fine del 2015. Eppure l’auspicio sarebbe di un cambiamento reale preceduto da un bilancio serio di quanto fatto, di quanto accaduto nell'anno passato.

A cominciare da una bella analisi su come sono andate le regionali di maggio scorso, sulla vittoria risicata del centrosinistra che nei fatti e nei numeri avrebbe dovuto prendere atto dell’esaurimento delle rendite di posizione. Invece sfiorato il pericolo e assicurata la permanenza nel Palazzo per un altro quinquennio ecco tornata in auge la sindrome dell’autosufficienza o dell'autoreferenzialità che dir si voglia. E quando il segretario regionale del Pd, il partito di maggioranza della coalizione, prova a sferzare l’esecutivo c’è una levata di scudi esagerata come se le critiche fossero un attacco di lesa maestà. 
Eppure una volta in questo partito, o in quello che fu, il confronto era pane quotidiano. Guai a non discutere, a non sviscerare i temi, a non approfondire gli argomenti, ore e ore di dibattiti e poi finalmente la sintesi. 
Oggi non è più così, sembra una politica all'acqua di rose, per non dire peggio. E i risultati si vedono tutti. Come si vedono le sfide che attendono l’Umbria. La prima tra tutte quella del lavoro, del lavoro che non c’è e del lavoro che si perde, delle fabbriche che chiudono e di quelle che sopravvivono a stento, dell’assenza di prospettive per le giovani generazioni. Si percepisce tutto il timore che di fronte a questa situazione la politica sia ancora una volta latitante, arroccata nelle misere beghe di cortile e lacerata dalle divisioni di piccolo cabotaggio o cosa peggiore dal silenzio assordante sulle grandi questioni. Un esempio di quest’ultimo atteggiamento si chiama Gesenu con le interdittive antimafia che hanno lanciato sospetti di proporzioni gigantesche sul rapporto tra pubblico e privato. In questo caso certa politica ha reagito stizzita alle critiche di chi con senso del dovere e di responsabilità ha puntato l’indice invece di fare mea culpa e rimediare. Non è stata una bella pagina della storia dell’Umbria e di certa sua classe dirigente.
Di fronte a queste premesse e al 2016 appena cominciato siamo disincantati e abbastanza pessimisti su uno scatto d’orgoglio, su una inversione di tendenza, considerato come si è chiuso il 2015. Perché le polemiche non sono state accantonate, i rancori e le ripicche non sono stati cancellati. E i prossimi mesi, anche se non abbiamo la palla di vetro, saranno ancora più duri, ci sarà aria di congressi, e il partito pare allo sbando. Il segretario regionale Giacomo Leonelli fa quel che può e quello che può non gli riesce tanto bene se nei territori si alimentano focolai, si nominano commissari e soprattutto ci si sente orfani di una qualsiasi linea. Forse è troppo preso dal cumulo degli incarichi, oltre che alla segreteria deve pensare a fare il consigliere regionale e anche il capogruppo. Anche se in merito a quest’ultimo, del resto era partito per sua stessa ammissione come capogruppo balneare, poi ha fatto l’autunnale, poi anche quello invernale e quindi natalizio. E c’è il rischio che arrivi a svolgere anche quello pasquale visto che quest’anno la Pasqua cadrà a fine marzo. A chi sostiene che il segretario naturalmente deve fare il capogruppo va ricordato che negli anni passati non funzionava così, anche soltanto per una questione di agibilità, convenienza e produttività. Sarà anche un gran lavoratore il segretario ma umanamente e politicamente farebbe bene a mollare qualcosa, tanto per concentrarsi sul partito e poter dare un’impronta e un’azione incisiva. Ovviamente questo è soltanto il nostro parere che va esteso a tutti coloro che mantengono il doppio o il triplo incarico. La politica dovrebbe essere un’attività seria e non l’occupazione fisica di poltrone. 
omunque, al di là di tutto, la speranza è sempre l’ultima a morire e speriamo che la politica sia nel 2016 all’altezza delle prove che attendono questa regione e interessano gli umbri.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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