lunedì 11 gennaio 2016

Pensioni di oggi e pensioni di domani

Editoriale Radio Onda Libera del 5 gennaio 2016

Nel 2014 i pensionati erano 16,3 milioni e hanno percepito in media un reddito pensionistico lordo di 17mila e 40 euro, 400 euro in più rispetto al 2013. Le donne sono il 52,9% e ricevono mediamente importi di circa 6mila euro inferiori a quelli maschili. Scende ancora il numero dei pensionati in Italia e, in termini assoluti, la diminuzione più rilevante si riscontra tra i pensionati di vecchiaia, circa 102 mila in meno in un anno, tra il 2013 e il 2014. Insomma meno pensionati ma un po' più ricchi.
E' questa la fotografia scattata dall'Istat dedicata alle condizioni di vita dei pensionati del nostro Paese integrata con i dati dell'Inps sui redditi. In media, i pensionati italiani ricevono un assegno netto di 1.140 euro al mese, e cioè 13.647 l'anno: ciò riguarda. sempre secondo l'Istat. la metà degli italiani iscritti al sistema previdenziale e che hanno smesso di lavorare per aver raggiunto i limiti d'età.
Nonostante l'importo possa apparire esiguo, ripetiamo poco più di mille euro al mese, le famiglie che hanno un pensionato in casa se la cavano meglio rispetto a coloro che vivono senza l'appoggio di un nonno. Addirittura tale affermazione si rispecchia alla voce povertà che in questo ultimo caso è infatti del 22,1%, contro il 16% dei nuclei famigliari dove c'è un pensionato.
E' questo è il primo elemento di riflessione. Ma gli spunti e le considerazioni sono anche altri. Per esempio, e lo abbiamo accennato prima, anche nelle pensioni c'è una differenza di genere. Le nonne incassano in media 6mila euro l'anno in meno rispetto ai nonni. questo vuol dire che la vita lavorativa delle donne in passato non è stata la stessa degli uomini, non hanno avuto le stesse opportunità. Un'altra differenza arriva dal grado di istruzione che si riflette sull'assegno pensionistico. Se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro). E anche questo appare scontato perché evidentemente chi aveva un titolo di studio una volta poteva fare un lavoro adeguato e quindi oggi beneficiare di una pensione più sostanziosa.
Bene, oggi dati come questi non valgono più. Allora, le pensioni se ci saranno non saranno adeguate perché i giovani di oggi che si laureano non riescono da subito a svolgere un lavoro all'altezza del titolo di studio. Anzi il più delle volte li attende una vita da precari. Poi, a proposito delle famiglie che hanno un nonno in casa che stanno meglio dal punto di vista economico, questa è una verità che se proiettata in avanti, se guardata con un po' di lungimiranza dovrebbe preoccupare. Perché questi nonni aiutano i nipoti a crescere, sono quasi un ammortizzatore sociale, ma quando questi non ci saranno più i figli dei nipoti saranno senza paracadute economico e quindi più esposti a rischio povertà. insomma per colpa della crisi a un'intera generazione è stata sottratta la possibilità di crearsi il presente, il pericolo è di mortificarne anche il futuro.


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