giovedì 14 gennaio 2016

Cittadini e partiti sempre più lontani

Editoriale Radio Onda Libera del 14 gennaio 2016

Soltanto il 2,7% dei contribuenti nel 2015 ha scelto di destinare il famoso 2 per mille della propria imposta sul reddito della persona fisica al finanziamento di un partito politico. in pratica poco più di un milione (1,1 per la precisione) su circa 41 milioni di contribuenti per un totale di 9,6 milioni di euro. E' quanto emerge dalla tabella diffusa dal ministero dell’Economia sull’anno finanziario 2014.
In cima alla classifica, che non comprende il M5S che rinuncia ai contributi, c’è il Partito democratico nel ruolo di asso pigliatutto in questa "partita", seguito a una certa distanza dal Carroccio. Sul podio, un po’ a sorpresa, anche Sinistra ecologia e libertà del leader Nichi Vendola.
In 596.290 hanno scelto il Partito democratico per una somma pari a 5.358.250 euro. In 138.941 hanno scelto la Lega Nord per un totale di 1.109.082 euro. Segue Sinistra ecologia e libertà con 100.991 cittadini che hanno devoluto 881.588 euro. E ancora: Forza Italia (60.778 cittadini, 529.904 euro); Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale (56.362 cittadini, 472.384 euro); Partito Socialista Italiano (18.257 cittadini, 114.938 euro); Nuovo Centrodestra (16.764 cittadini, 168.629 euro).
Che cosa emerge da questa classifica? Che agli italiani non piace dare soldi ai partiti. Non c'era bisogno di scomodare l'Agenzia delle entrate perché basta rileggere i dati di affluenza alle ultime elezioni dove si è registrato un tasso di astensionismo mai conosciuto nel nostro Paese. La fuga dalle urne testimonia la disaffezione, la lontananza tra i cittadini e i politici di mestiere. Un tema, questo, che a ogni competizione elettorale scomoda analisti, sociologi, esperti di politica, e poi puntualmente torna nel dimenticatoio. Forse spetterà agli storici ricostruire il rapporto con la politica negli ultimi decenni, da quando nel 1992 alcuni partiti della prima Repubblica furono spazzati via per mano giudiziaria e da allora si pensò di essere passati nella seconda Repubblica, ma la legge elettorale che ha portato in Parlamento nominati e non eletti e la crescente sfiducia verso chi non si preoccupa dall'interesse generale hanno creato una situazione, una frattura profonda, un distacco abissale tra i cittadini e la politica e di conseguenza verso i partiti. Non riconoscendo quindi alcuna utilità e alcun valore a questi strumenti, è naturale che ai contribuenti non passa per la testa di destinare loro il 2 per mille. Nonostante il ventennio partito da "Mani pulite" e nonostante il crollo delle ideologie i partiti non sono stati capaci di cambiare pelle, sono rimasti ancorati a un passato che non c'è più, a delle regole vecchie e antiquate, e non si sono accorti che il mondo è cambiato. Un grosso errore di sottovalutazione ma soprattutto di scarsa lungimiranza e per chi fa politica questo è un peccato grave.


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