giovedì 28 gennaio 2016

Corruzione, spiragli in fondo al tunnel

Editoriale Radio Onda Libera del 28 gennaio 2016

Oggi parliamo di corruzione perché l'annuale classifica conferma la pessima reputazione del nostro Paese sul fronte delle tangenti. anche se va registrata una leggera inversione di tendenza, un minimo di cambiamento. Tra i 28 membri dell'Unione europea fa peggio solo la Bulgaria, mentre ci battono in trasparenza anche Romania e Grecia. Vince la Danimarca.
Insomma l'Italia continua a essere uno dei Paesi più corrotti ma il dato non sorprende più di tanto perché ogni anno la graduatoria mondiale stilata da Transparency international ci colloca in posizioni da terzo mondo. Secondo il nuovo rapporto l’Italia, con i suoi 44 punti (lo scorso anno erano 43), si colloca al 61esimo posto tra le 168 nazioni censite, penultima nella lista dei 28 membri dell’Unione europea.  Secondo i dati dell’indice 2015, che riflettono l’opinione anche di potenziali investitori esteri, negli ultimi 24 mesi l’Italia è rimasta ferma al palo, sorpassata – tra i paesi dell’Ue – persino da quelli considerati molto corrotti come Grecia e Romania. Segno che, nonostante gli interventi normativi degli ultimi anni (la legge Severino in primis) e l’impegno profuso dall’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, la nostra cattiva reputazione continua a godere nel mondo di ottima salute.
Si notano però dei segnali di cambiamento, lo confermano anche i vertici dell'organizzazione che ha redatto la classifica. Si tratta di percezioni, ma se non si comincia un percorso non si possono neppure intravedere le prospettive di miglioramento. Insomma il discorso del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto farebbe più che bene a un Paese che rispetto a certi parametri, il grado di corruzione per esempio, conserva ancora un tasso di anormalità. E l'impegno della politica in questo campo è fondamentale perché significa porre al centro di tutte le azioni l'interesse generale, la cosa pubblica, e perseguire chi antepone l'interesse privato. Facile a dirsi forse, ma una volta tanto potremmo distinguerci.

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