giovedì 14 gennaio 2016

Nuova strage di una guerra a pezzi

Editoriale Radio Onda Libera del 13 gennaio 2016

In nome di Allah, "clemente e misericordioso" si è fatto esplodere nel cuore di Istanbul. Una strage, l'ennesima, compiuta da un militante dell'Isis arrivato da poco in Turchia. Dieci le persone morte, otto sono tedeschi, e 15 i feriti, nell'attentato terroristico di ieri compiuto nel cuore della città che si affaccia sul Bosforo e a pochi passi dalla moschea blu. Un ragazzo di 28 anni siriano è il presunto kamikaze che ha firmato l'attentato nel quartiere turistico recitando il primo versetto del Corano.
Non è la prima volta che la Turchia finisce nel mirino dell'Isis, il 10 ottobre scorso ci fu la strage di Ankara quando durante la marcia pacifista furono uccise 103 persone, a luglio ci fu quella di Sucur. Ma l'incubo terrorismo sta interessando da tempo diversi Paesi nel mondo, senza ricordare i recenti fatti di Parigi, notiamo che l'obiettivo, come in Egitto e in Tunisia già da tempo, sono i turisti. E questo dovrebbe far pensare perché la scelta di alberghi o quartieri frequentati da turisti significa un salto di qualità del terrorismo, che mira a colpire il turismo, quindi l'economia di un Paese. E soprattutto si manda un messaggio a tutti i cittadini del mondo, e cioè di non sentirsi tranquilli in nessun luogo, in nessuna città o capitale. 
E' ovvio che le nazioni sono attaccate dai terroristi perché ritenute nemiche, contrarie agli, chiamiamoli così, ideali dell'Isis. Questi attentati sembrano portati a segno per rappresentare un monito a tutti i Paesi, a tutti i governanti. Senza addentrarci nelle pieghe di politica internazionale e ricordando però che la Turchia è uno dei Paesi dove la censura regna sovrana, continuiamo a ritenere che questi fatti siano espressione di una guerra, come ha detto il Papa, di una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Tale definizione non trova il riscontro di leader mondiali che non vogliono sentir parlare di guerra perché si tratterebbe di un riconoscimento di una forza terroristica e assassina come l'Isis.
Ma a nostro avviso queste quisquilie linguistiche dovrebbero interessare poco, anzi nulla. Ammazzare un gruppo di turisti a caso, per strada o in un museo o in un teatro giusto per colpire, che cos'è? Un'azione folle e assassina, che rientra in una strategia di guerra, in una strategia che semina terrore e morte, nel nome di un fanatismo religioso. Ma non si può uccidere invocando alcun Dio.

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