lunedì 15 maggio 2017

Verso il voto di giugno
con la testa sotto la sabbia

Il punto del direttore del 14 maggio 2017

Tutta la politica umbra è in movimento, le elezioni amministrative di giugno, anche se limitate ad appena sette comuni, sono comunque un test significativo non solo per conoscere i nuovi governi cittadini ma anche per monitorare lo stato di salute dei partiti e delle coalizioni.
A tenere banco sono anche le vicissitudini di altra natura, come quelle riguardanti il secondo capoluogo della regione, dove la magistratura continua a indagare sugli intrecci tra politica e affari, tra amministrazione e appalti.
Quasi quindici giorni fa il sindaco e un assessore sono finiti agli arresti, attualmente il primo cittadino è ancora costretto a casa in attesa del responso del riesame. Mentre si susseguono sospensioni, mozioni di sfiducia, assemblee infuocate, richieste di dimissioni e polemiche anche fuori luogo.

Un clima più che incandescente, non c’è che dire. Eppure chi ha la responsabilità di governo, il Pd, pare che non si renda conto, ancora, della situazione. Lo testimonia l’esito della direzione regionale del partito di ieri mattina che si è ritrovata a parlare di tutto senza dire granché. Anzi facendo anche una figura barbina perché una riflessione seria su quanto accaduto a Terni sarebbe stata non solo gradita ma anche salutare. Invece si è preferito parlare delle primarie che secondo i vertici consegnano un partito rafforzato quando i dati parlano di un meno trentamila votanti rispetto a quelle del 2013, delle amministrative dove il partito ricandida nei centri più grossi, Todi e Narni, i sindaci uscenti senza aver fatto un minimo di bilancio sul primo mandato. E poi en passant anche della vicenda di Terni. Per dire che cosa? Aria fritta, bla bla bla, le solite frasi di circostanza, e poi tanto silenzio da parte dei big del partito. Intanto i commenti e i retroscena impazzano sul web, in particolare sui social come se i luoghi deputati al confronto non fossero più gli organismi di partito bensì facebook, instagram e il mondo virtuale. Ma ci si rende conto di quello che sta accadendo nella seconda città dell’Umbria? Un minimo di consapevolezza quando lo si vuole acquisire?
Senza infognarci in ragionamenti ideologici su garantismo e giustizialismo (a scanso di equivoci ribadiamo che siamo per la presunzione di innocenza sempre e comunque), il quadro politico imporrebbe risposte immediate di opportunità. E’ comprensibile il momento di disorientamento, lo choc per i provvedimenti restrittivi, circa una trentina di indagati con quasi tutta la giunta, ma con il passare dei giorni, a bocce ferme, la comunità ternana si sarebbe aspettata uno scatto d’orgoglio, una reazione lucida e forte per sì esprimere vicinanza e applausi a chi è coinvolto nell’Operazione Spada ma anche per riprendere in mano il filo della politica, per decidere il da farsi prima che venga giù tutto.
Lanciare frecciatine alle opposizioni per fare a gara a chi e più realista del re è un gioco perdente e anche controproducente. Come quello di chi si esercita sul web a dipingere scenari e alleanze anomale tra pezzi di minoranze e pezzi di maggioranza sulle disgrazie altrui scrivendo di “pasticcio ternano” a proposito di fantomatici accordi finalizzati alle prossime scadenze.
La strada reale sembra invece segnata, almeno a sentire quello che a microfoni spenti si dice, e cioè che nel futuro di Terni ci sarà il commissario e l’anno prossimo si andrà al voto. Bene, anzi male, ma una domanda su tutte sorge spontanea: in che condizioni ci arriverà il Pd che non solo è lacerato al suo interno ma di fronte a questi fatti ha adottato la strategia dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia?
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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