venerdì 12 maggio 2017

Divorzio, si cambia

Editoriale Radio Onda Libera del 11 maggio 2017

L'argomento di oggi è il diritto di famiglia, o meglio di divorzio, perché ieri la Cassazione ha pronunciato una sentenza clamorosa destinata a cambiare i costumi degli italiani. E vediamola subito. Per l'assegno di divorzio è "l’indipendenza o l’autosufficienza economica" dell’ex coniuge il parametro che deve valere. E non più quello del tenore di vita matrimoniale
Così dopo quasi 27 anni, del 1990 l'ultimo cambiamento giurisprudenziale poi recepito in legge, la Corte ha ritenuto che il parametro del tenore di vita goduto durante il matrimonio non sia più un orientamento "attuale": con la sentenza di divorzio, osserva la prima sezione civile, "il rapporto matrimoniale si estingue non solo sul piano personale ma anche economico-patrimoniale".
Dunque, secondo i supremi giudici, va individuato un "parametro diverso" nel "raggiungimento dell’indipendenza economica" di chi ha richiesto l’assegno divorzile. "Se è accertato che - si legge nella sentenza - è economicamente indipendente o effettivamente in grado di esserlo, non deve essergli riconosciuto tale diritto".
I principali indici che la Cassazione individua per valutare l’indipendenza economica di un ex coniuge sono il "possesso" di redditi e di patrimonio mobiliare e immobiliare, le "capacità e possibilità effettive" di lavoro personale e "la stabile disponibilità" di un’abitazione.
La legge che regola il divorzio è del 1970 e da allora l'obiettivo principale era quello di tutelare il coniuge o l'ex più debole soprattutto sotto l'aspetto patrimoniale come se il matrimonio stabilisse un legame indissolubile anche se la coppia si è sfasciata. Nel 1990 la Cassazione aveva chiarito che l’assegno di divorzio va concesso se il coniuge debole non ha mezzi adeguati a mantenere il tenore di vita matrimoniale. Da allora fino alla sentenza di ieri nulla era cambiato.
Eppure dobbiamo dire e riconoscere che la famiglia come la società è profondamente cambiata. Il legislatore non si muove per cambiare un istituto vecchio e inadeguato e come al solito ci pensa la magistratura e i giudici questa volta hanno stabilito la linea. Quella dell'indipendenza economica del coniuge. E da quella linea non si tornerà indietro.
Certo, al di là del merito del nuovo orientamento sul divorzio, fa pensare che uno dei poteri dello Stato si deve sostituire a un altro che è inerte e non raccoglie i cambiamenti della società.

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