lunedì 15 maggio 2017

Legge elettorale, tensioni e manovre

Editoriale Radio Onda Libera del 12 maggio 2017

Questa mattina parliamo di legge elettorale e politica perché ormai è campagna elettorale con un limite temporale ben preciso; al più tardi tra dieci mesi, in primavera dell'anno prossimo, si andrà al voto. Ma c'è anche chi, come Renzi e i renziani, spera anche prima, cioè questo autunno. Come si sa a sciogliere le Camere può essere solo il capo dello Stato, che ha già detto che lo farà solo quando il Parlamento avrà realizzato un identico sistema elettorale per la Camera e il Senato. Fino a allora, presumibilmente quindi fino a scadenza, esistono parecchi dubbi sul fatto che i partiti trovino un accordo sull'argomento, anche se ieri la commissione Affari costituzionali un testo base di partenza sulla legge elettorale l'ha partorito. E prevede l'estensione al Senato dell'Italicum – così come modificato dalla Consulta - quindi soglia al tre per cento, premio per la lista che raggiunge il 40, capilista bloccati. Un Italicum bis.
Ma la notizia non è questa. Perché il testo appena varato ha una vita breve in quanto la maggioranza, il Pd, ha già annunciato una raffica di emendamenti per cambiarlo.
Insomma pare che l'intenzione di qualcuno sia quella di mandarla - come si dice - in caciara, cioè di rompere sulla legge elettorale nella speranza che il presidente della Repubblica ne prenda atto e mandi al voto in anticipo. Nel merito Renzi vuole forzare sul Verdinellum, che si potrebbe anche definire tedesco italianizzato (metà collegi, e cioè metà proporzionale, con sbarramento al 5). Con quale risultato? Che passi alla Camera, che si blocchi al Senato in modo tale che lui va da Mattarella e dice: "Ci abbiamo provato, niente da fare, andiamo al voto così".
Sì, ma poi? Il rischio è che questo scenario è il presupposto per un grande casino perché su queste basi sarà complicato, molto complicato, fare un governo. Insomma il clima politico è veramente alla frutta; invece di pensare al bene del Paese, ai problemi che affliggono il Paese, si continua a pensare a come salvare le proprie poltrone. Una brutta politica, assolutamente una brutta politica.

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