lunedì 22 maggio 2017

Bene il Giro in Umbria
ma la corsa non è finita

Il punto del direttore del 20 maggio 2017

Dopo nove mesi di sofferenza per le ripercussioni del terremoto, il settore del turismo si ricomincia a muovere. Per i primi effetti della campagna di comunicazione della Regione che sul tavolo ci ha messo oltre due milioni di euro? E’ ancora presto per dirlo ma la qualità del messaggio è apprezzata da tutti in maniera più o meno oggettiva e questo è sicuramente positivo. Di sicuro ci apprestiamo a vivere la stagione di festival e l’auspicio è che i turisti tornino come prima, anzi più di prima, a popolare le nostre città, a vivere i nostri borghi, perché il turismo è indubbiamente una risorsa importante per lo sviluppo di questa regione.
A tal proposito è opportuno tirare un bilancio della grandiosa opportunità regalata alla nostra regione dal Giro d’Italia. Un’opportunità unica e straordinaria che con la cronoscalata del sagrantino Foligno-Montefalco ha fatto conoscere questo pezzo d’Umbria in tutto il mondo. E tirando le somme è stato un successo, a detta di tutti, cittadini e operatori economici. Si è trattato di uno spot incredibile, come ha giustamente sottolineato il sindaco di Montefalco Donatella Tesei a cui, insieme al collega di Foligno Nando Mismetti e soprattutto ai produttori del territorio, vanno riconosciuti intelligenza, impegno e coraggio. Per averci scommesso e per aver messo le gambe, senza risparmio di energie e di tempo, a una proposta che sulla carta e poi anche nella realtà aveva e ha avuto il solo pregio di andare nella direzione dell'interesse generale, di una comunità, e del bene comune. Quindi un grazie di cuore a chi ci ha creduto e lo rivolgiamo anche in nome e per conto di tutta quella gente del comprensorio che ha rivisto turisti per strada, alberghi e ristoranti pieni, camperisti in coda, e di tutti quelli che si sono emozionati per il passaggio dei campioni delle due ruote. Un colpo d'occhio spettacolare per la centesima edizione del Giro che è sì un evento sportivo ma per la nostra terra è stato una promozione eccezionale perché una festa di popolo, un'esaltazione dei nostri paesaggi e dei nostri vigneti, dei nostri paesi e dei nostri prodotti. Peccato qualche polemica di troppo sui finanziamenti, peccato qualche assenza illustre alla cena della sera prima della tappa. Ma sono soltanto ombre che non hanno affatto scalfito il momento di gloria e il successivo riconoscimento del successo della manifestazione. Bene, questo costruito sulla e per la tappa del sagrantino è un modello vincente di come si fa turismo, di come si amministrano le città e di come si lavora in sinergia, modello che andrebbe imitato o catapultato nelle altre realtà del territorio.
Insomma la "lezione" del Giro d'Italia per l'Umbria non andrebbe assolutamente accantonata o dimenticata ma al contrario andrebbe presa ad esempio ed esportata perché soltanto così facendo si dà una mano vera e concreta a questa regione per troppi mesi penalizzata dalle conseguenze delle scosse che hanno colpito e messo in ginocchio una parte del territorio. Di solito alla ribalta delle cronache salgono fatti negativi che riguardano chi amministra la cosa pubblica, questa volta è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere la bontà di un lavoro, duro e faticoso, ma entusiasmante e produttivo, da parte di chi ha la responsabilità di governare e lo ha dimostrato svolgendo a pieno la funzione con abnegazione, intelligenza e lungimiranza.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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