martedì 2 maggio 2017

Primarie, quale affluenza

Editoriale Radio Onda Libera del 28 aprile 2017

Tra 48 ore ci saranno le primarie del Pd. Diciamo subito che ne parliamo perché sono il fatto politico più rilevante con cui la politica deve fare i conti, ma nelle ultime settimane l'interesse è calato. Ricordiamo che nel 2013 si recarono ai seggi 2,8 milioni di persone. Ora si teme un'affluenza tra 1,3 e 1,6 milioni.
Domenica votano tutti, iscritti e simpatizzanti, il popolo del Pd, e due sono gli aspetti degni di nota pensando ai risultati. Il primo come si piazza l'ex premier rispetto agli altri due sfidanti, Orlando ed Emiliano, e quale sarà il suo margine di vittoria perché tutti lo danno per vincitore. Il secondo è appunto l'affluenza ai seggi, di cui dicevamo prima: i protagonisti danno cifre tra il milione e i due milioni di partecipanti. Si tratta comunque di un dato in controtendenza perché di solito quando ci si avvicina alla data delle elezioni aumenta l'interesse, aumenta la voglia di andare a votare.
Quanto alle intenzioni di voto, Renzi è favorito, i sondaggi danno numeri che vanno da una maggioranza piena a un vero e proprio trionfo.
Ovviamente il risultato si leggerà insieme al numero dei votanti. E sulle ragioni della poca propensione della gente ad andare ai seggi si può ipotizzare il risultato scontato, il ritenere le primarie uno strumento abusato, il fatto che dopo la scissione il confronto sia attenuato e anche, o forse soprattutto, che questo appuntamento non rappresenta il cambiamento. A differenza di quelle del 2013 quando Renzi era il nuovo, ora dopo 100 giorni di governo e il referendum costituzionale bocciato, l'immagine è appannata.
Insomma mentre l'esito delle urne pare certo, l'affluenza è la vera incognita. Ma da lunedì la politica dovrà riprendere un corso diverso, Renzi segretario del partito e futuro leader di governo dovrà inventarsi qualcosa pensando alle politiche.

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