martedì 17 marzo 2015

Una trottola chiamata politica

Editoriale Radio Onda Libera del 16 marzo 2015

La campagna elettorale è alle porte. Si voterà per le regionali il 31 maggio prossimo e nei partiti ci sono i lavori in corso. Vediamo quello che sta succedendo a sinistra, dove la novità delle ultime ore è il lancio di "Coesione sociale" la creatura del segretario della Fiom Landini che non è per ora un partito. Anche se Landinj pare sempre più l'anti Renzi.
Vediamo comunque di che cosa si tratta. Da quanto si sa, dovrà essere un nuovo modo di essere del sindacato, che per esistere deve essere un soggetto politico, ma il sindacato non deve essere un partito. E Landini assicura che non vuole fare né un partito, né uscire dal sindacato. Coesione sociale è nata con altre sigle come Libera, Arci, Emergency, Articolo 21 e Libertà e Giustizia. Landini ha anche assicurato che la segretaria Camusso è a conoscenza di tutto e appoggia il progetto, ma ieri sera dalla Cgil è arrivata la smentita.
Nel merito Landini attacca il governo che insieme a Confindustria, a suo parere, starebbe cancellando i diritti dei laboratori al punto che ora un'azienda può licenziarti semplicemente pagando. Da qui la convinzione di una riforma profonda del sindacato, che deve tornare a tutelare tutti coloro che lavorano, a cominciare dalle partite Iva ma anche i precari.
Acque agitate anche dalle parti del centrodestra. E precisamente al Nord dove in Veneto la Lega si è spaccata tra Salvini e Tosi e quest'ultimo ha deciso di sfidare l'attuale governatore Zaia. E così la Regione è a rischio, per cui il segretario della Lega ha tutto l'interesse a fare un accordo con Forza Italia che ora si ritrova un Berlusconi più sereno e più concentrato sul partito nel tentativo di mettere pace tra le varie correnti.
Intanto è tutto un movimento sulla questione alleanze da stringere per presentarsi all'appuntamento con il voto. E su questo punto la politica ci sembra una trottola. Nel senso che in una regione ci sono degli schieramenti, in un'altra ce ne sono altri, per non parlare poi degli equilibri romani che vanno a farsi benedire. Pare che l'unico collante dei partiti a siglare accordi sia l'occupazione del potere. Dei programmi, dei valori, delle idee, non se ne parla mai, quasi fossero un optional. E questa, a nostro avviso, non è una buona politica.


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