lunedì 9 marzo 2015

La politica in pullman
ma meglio la bicicletta

Il punto del direttore dell'8 marzo 2015

Anche in politica contano le mode. Questo è un dato di fatto, soprattutto in un periodo come questo di marketing elevato all'ennesima potenza fatto di spot e comparsate. E' il segno dei tempi, è la caratteristica di questa terza Repubblica dove le maggioranze sono variabili e le categorie superate.
La premessa è doverosa prima di entrare nel merito perché la "macchina" della politica per le regionali di maggio è in cammino, i candidati a presidente sono in campo per la verità da un pezzo, ora si sono definite (o quasi) le alleanze, mancano però le liste. Su quest'ultimo punto la battaglia è garantita perché i posti sono pochi, dieci in meno dell'altra volta, e le ambizioni tante.

Ma andiamo per ordine, guardando da una parte e dall'altra. Allora, il Pd umbro si è ritrovato al Lyrick per la prima Leopolda dell'era renziana. Il segretario Giacomo Leonelli ha organizzato tutto alla perfezione, tocca dargliene atto e qualcuno maliziosamente l'evento di Assisi lo ha già battezzato la "Leonella", con scenografia in stile e tanto, tanto entusiasmo. Facce sorridenti e galvanizzate da una voglia di esserci, di partecipare, con un mix di vecchi e nuovi protagonisti di un partito che non vuole sbagliare nulla. Perché la disfatta di Perugia, appena nove mesi fa, è un ricordo che ha lasciato una cicatrice profonda. Quindi via con #UmbriaVerso. Verso la riconferma del governo regionale, verso un partito leggero, verso soprattutto un programma che parte dalla base e va costruito insieme.
Un aspetto questo positivo, aperto al contributo di chi ha qualcosa da dire e proporre, e nuovo rispetto al vecchio modo di fare politica.
Sul palcoscenico il padrone di casa, il segretario ovviamente, ha voluto la sagoma di un autobus per inaugurare metaforicamente il viaggio che il Pd sta per compiere.
Un mezzo di trasporto questo che ci porta dall'altra parte, verso il centrodestra. E in particolare verso il sindaco di Assisi Claudio Ricci che con una pazienza encomiabile è riuscito nell'impresa di far convergere sulla sua candidatura tutte le anime della coalizione.
Ma prima di parlare dell'alleanza, da sottolineare l'aspetto comune, il minibus, con cui da un anno e più il serafico Ricci sta girando l'Umbria per parlare con i cittadini, raccogliere istanze e suggerimenti.
Entrambi vogliono dare l'idea del movimento, di candidati che escono dai palazzi e vanno tra la gente. Bene, l'immagine è un po' usurata, i più anziani ricordano il pullman di Prodi, ma evidentemente efficace.
Sul terreno più squisitamente politico, il centrodestra dicevamo ha ritrovato l'unità, accantonando veti incrociati e annullando diktat romani, sul sindaco di Assisi che da un anno e mezzo circa si è messo in testa di candidarsi a governatore dell'Umbria.
Sul suo nome sono convenuti tutti i partiti, non senza qualche frizione come nell'Udc, dalla Lega a Forza Italia, dai Fratelli d'Italia a Ncd. Uno schieramento che raccoglie anche partiti che in altre parti d'Italia si guardano come il cane con il gatto. E in questo senso l'Umbria può essere veramente vista come un laboratorio, un esperimento politico. All'inizio Ricci si era fatto promotore di una linea che prescindeva dai partiti e si basava sulle liste civiche, oggi riparte dai partiti e ingloba il civismo. Non è una contraddizione dal suo punto di vista, tutt'al più un opportunismo dettato dall'intenzione di fare risultato, di ribaltare l'attuale amministrazione. Comunque non tutto fila liscio come l'olio, l'Udc si è spaccata con tanto di dimissioni del coordinatore regionale Maurizio Ronconi, e a movimentare la scena è soprattutto il capitolo candidature, quindi liste.
Questo è un tema che riguarda il centrodestra come il centrosinistra. Ricci ad esempio ha assicurato ai partner, in particolare a Forza Italia, che nelle liste civiche non saranno inseriti certi consiglieri regionali uscenti. Ma a questi signori, che lo hanno appoggiato in tempi non sospetti, il sindaco aveva promesso che sarebbero stati della partita. Un bel dilemma, ma come si sa in politica vale tutto e il contrario di tutto, quindi anche le retromarce e le incoerenze.
Più sottile e più agguerrita la lotta dentro il Pd, soprattutto sul territorio di Perugia, perché da un lato c'è la comprensibile esigenza di non candidare gente che ha contribuito alla sconfitta di Boccali e dall'altra la necessità di individuare candidati che abbiano voti, che trascinino la lista e quindi la causa.
In conclusione ci congediamo con l'immagine del pullman del Pd che è pronto per iniziare la sua corsa, i posti a sedere sono ancora liberi ma c'è tempo per decidere e anche per litigare. E anche con il minibus di Ricci che gira come una vela per i paesi della regione cercando di incarnare il cambiamento.
Forse sarebbe stato meglio se avessero scelto la bicicletta come mezzo di locomozione. Per una serie di ragioni. Primo, perché sulle due ruote si fatica di più e si vive meglio il territorio. Secondo, perché se si smette di correre la gara si interrompe. Terzo, perché non si può mettere il pilota automatico. Quarto, perché resta mitica la foto di Bartali e Coppi che si passano la borraccia. Quinto, perché vale il detto "l'hai voluta la bicicletta? allora pedala".
anna.mossuto@gruppocorriere.it

www.annamossuto.it

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