martedì 17 marzo 2015

Lo strazio di una città
per una morte assurda

Il punto del direttore del 14 marzo 2015

Non ci sono parole quando accadono fatti come l’omicidio di Terni. Si rimane impietriti, sconvolti e sarebbe preferibile il silenzio. Eppure no, bisogna trovarle le parole per raccontare lo choc, il dolore e la rabbia di una città che ha vissuto un atroce fatto di sangue avvenuto per strada dove si consuma la movida, davanti a un locale frequentatissimo.
David era un ragazzo qualsiasi che aveva un futuro da costruire e invece ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ecco, la sua unica "colpa" è stata questa…Una "colpa" che non dovrebbe costare la vita a nessuno, che ti dovrebbe far rientrare a casa, dai tuoi genitori, dai tuoi affetti. Invece no. Lui è morto senza motivo, sgozzato da un ubriaco che andava in giro con una bottiglia rotta e la brandiva a mo' di arma contro chiunque. E per caso, per un atroce destino, ha incontrato David. Non è giusto morire così, se si può ritenere che ci sia una giustizia in una fine come quella di David. Era il classico bravo ragazzo, serio e disponibile con tutti, impegnato nel volontariato… basta scorrere le centinaia e centinaia di frasi sul web scritte da chi ancora stenta a crederci e affida i pensieri e i ricordi alle lacrime e alla disperazione. E non riesce a darsi pace perché è assurdo, è bestiale, è incredibile morire a 27 anni sgozzato per strada. Ma cosa è diventata questa città? Un nucleo abitato incontrollato in cui può accadere di tutto e a tutti, dove la mancanza di sicurezza si percepisce da qualche tempo in ogni angolo. E' vero che un dramma del genere poteva avvenire in qualsiasi quartiere di qualsiasi posto d'Italia. Ma è successo a Terni, a casa nostra e la vittima è un figlio nostro, un ragazzo nostro.
Incredulità, sgomento e tanta, tantissima rabbia. Questi i sentimenti palpabili in città e non solo. Subito una reazione forte e una commozione fortissima. Così si è svegliata la città dell'acciaio e così ha continuato la giornata di ieri che resterà scolpita nella mente di tutti. Dopo il comprensibile momento di sofferenza e indignazione arriverà, speriamo, quello della riflessione, dell'assunzione di responsabilità e anche di ribellione a un andazzo che ci ha tolto la serenità di vivere in una cittadina di provincia dove la criminalità la fa da padrona e arriva a uccidere senza pietà. Puntare l'indice contro gli stranieri ha poco senso perché significa fare di tutta l'erba un fascio e soprattutto perché David non tornerà tra noi. Ma soffermarsi sullo scarso valore e rispetto della vita umana questo sì. Questo va fatto subito. Come pure ci si deve interrogare sulla necessità dell'osservanza delle regole, della legalità e della sicurezza. E poi allargare il ragionamento sulle ragioni di una tragedia che ha armato un killer senza scrupoli pur se annebbiato dai fumi dell'alcol e della droga. Un assassino che era stato espulso dall'Italia per aver commesso dei reati ed è rientrato da clandestino l'anno scorso. Una circostanza questa gravissima, che non ammette scusanti, che fa incazzare chi tutti i giorni non sgarra e conduce un'esistenza onesta pur tra mille difficoltà. Lasciano il tempo che trovano e anzi appaiono scontate le dichiarazioni di chi assicura che chi ha ucciso deve pagare. Ci mancherebbe altro. Chi domani sarà chiamato a giudicare l'omicida lo faccia pensando che David era un nostro figlio, un nostro fratello, un nostro amico, e commini una pena congrua e soprattutto certa.
Abbiamo bisogno di vivere in uno Stato di diritto (e normale) dove chi commette un reato viene punito, chi è espulso non rientra più, chi è condannato paga la sua pena fino all'ultimo secondo dell'ultimo giorno.
In queste ore la città saprà stringersi attorno alla famiglia di David, saprà esprimere la propria vicinanza per una perdita immensa e inconsolabile. Di fronte al delitto di piazza dell'Olmo tutto il resto passa in secondo, in terzo, in ultimo piano. Anche le chiacchiere e i commenti a vanvera, anche le strumentalizzazioni e le prese di posizione pro e/o contro gli immigrati che arrivano nelle nostre città per delinquere e non per integrarsi. Oggi c'è spazio solo per il dolore. E basta.
www.annamossuto@gruppocorriere.it


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