lunedì 9 marzo 2015

L'Italia dei furbetti e delle furbette

Editoriale Radio Onda Libera del 6 marzo 2015

Due storie emblematiche. La prima è quella di una professoressa di 39 anni, che grazie ai permessi previsti dalla legge 104 per assistere il padre disabile girava l'Europa partecipando a gare di tango. Una vera e propria passione per l'insegnante di un istituto superiore a Palermo che è stata denunciata per truffa aggravata e continuata in danno allo Stato e falsità ideologica.
La polizia ha accertato che, in concomitanza di almeno quattro periodi di permesso, la professoressa ha lasciato l'Italia per partecipare (insieme al proprio compagno, un ballerino professionista) ad alcuni appuntamenti europei di tango argentino, l'ultimo dei quali ad Amsterdam, non esitando a prestare il proprio volto a un manifesto pubblicitario per una esibizione in Spagna. Ora, a parte la magistratura, anche l'ufficio scolastico valuterà gli aspetti disciplinari del caso.
La seconda storia è di qualche giorno fa. Un medico anestesista si è finto disabile paraplegico su una sedia a rotelle per percepire un maxi risarcimento di 1,2 milioni di euro e pensioni vitalizie per circa 5.000 euro al mese. L'uomo è stato arrestato dai carabinieri del Nas di Torino. I militari hanno accertato che il medico nel 2012 aveva simulato una caduta dalle scale dell'ospedale dove lavorava. I pedinamenti hanno accertato che conduceva invece una vita normale, assolutamente normale, guidava, andava a passeggio, a fare la spesa e camminava spedito.
Ecco, abbiamo voluto raccontare questi due fatti perché sono casi che colpiscono e soprattutto indignano e fanno incazzare. Indignano per la forte dose di cinismo, e permettete di delinquenza, perché si infrangono leggi e morale; fanno arrabbiare perché c'è tanta gente onesta e disgraziata che combatte tutti i giorni con la malattia, quella vera, che non va confusa con gentaglia come questa.
Di fronte a questi fatti ci piacerebbe, e sarebbe purtroppo l'unica soddisfazione, che la magistratura applicasse una pena giusta e congrua. Magari con qualche sanzione accessoria e utile per la collettività, tipo farli lavorare negli ospedali e nei luoghi dove si soffre veramente.


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