martedì 10 marzo 2015

Il caso Moro e un Paese anormale

Editoriale Radio Onda Libera del 10 marzo 2015

La notizia di oggi è che l'arcivescovo Antonio Mennini è stato ascoltato dalla commissione d'inchiesta sul caso Moro. Secondo alcune fonti, il nunzio apostolico nel Regno Unito, che all'epoca dei fatti era un giovane parroco, avrebbe visitato lo statista nella prigione dove era rinchiuso dalle Brigate rosse lo avrebbe anche confessato. Ma il monsignor ha smentito tutto, dando però qualche notizia.
Allora, non ha confessato Aldo Moro e non gli ha mai fatto avere documenti e oggetti nel “carcere” delle Br, quindi mai visto Moro prigioniero. "Se ci fossi stato - ha detto Mennini - avrei tentato di fare qualcosa".
La figura di questo prete è stata cruciale per tutti questi anni e non è la prima volta che viene interrogato proprio perché considerato un ponte tra le Br e la Santa sede. A proposito delle novità, Mennini ha raccontato che il Papà Paolo VI cercò con tutte le forze di intavolare una trattativa con i brigatisti, facendo recuperare anche dieci miliardi di lire per un eventuale riscatto, ma si dovette arrendere alla linea della fermezza dei partiti di allora, in primis la Dc, il partito di Moro.
Ma dopo l'ennesima audizione va detto che la verità sul delitto Moro è ancora lontana. Apprezzabile la decisione di Papa Francesco di far testimoniare don Mennini, rompendo le regole dell’immunità diplomatica di cui godono i nunzi, per cercare dopo 37 anni di fare luce sui giorni di prigionia dello statista democristiano rapito dalle Brigate Rosse e trovato morto il 9 maggio 1978.
Una considerazione va fatta se pensiamo ai tanti casi irrisolti che riguardano il nostro Paese. Siamo il Paese dei misteri, dei fatti su cui la verità non arriva mai. Se ne potrebbero citare molti, da Mattei a Ustica, dalla strage di Brescia a quella di Bologna, dall'attentato di Ali Agca alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Vicende dolorose che sono costate un prezzo altissimo in termini di vite umane, oltre alla giustizia non data ai parenti delle vittime. E pensiamo ai tanti buchi neri che costellano la storia dell'Italia, una storia che non può essere consegnata nella sua completezza alle nuove generazioni.
Non è possibile cercare la verità dopo decenni. Se si fa, ed è giusto che si faccia anche se ha un costo in termini di risorse, vuol dire che quando il fatto è accaduto qualcosa non ha funzionato per il verso giusto. Vuol dire che le indagini non hanno portato a nulla. Ma tutto ciò che accade in Italia, di una certa rilevanza e di una certa implicazione, deve sempre rimanere coperto dal mistero? Ma cosa si pensa di trovare per esempio dopo quarant'anni dall'uccisione di Moro e della sua scorta?
Questo aspetto dei fatti irrisolti ci pone in una classifica di Paesi non civilizzati dove la verità è una chimera. Un Paese non normale.

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