domenica 1 marzo 2015

AAA cercasi un posto
tra alleanze e ticket

Il punto del direttore dell'1 marzo 2015

Pronti, partenza, via. È cominciata la corsa verso le regionali del 10 maggio, la data l'ha indicata Renzi spiazzando chi era orientato tra il 17 e il 24, soprattutto dopo la pubblicazione della nuova legge elettorale. Partita la raccolta di firme per la presentazione delle liste, i partiti sono entrati nella girandola dei nomi dei candidati.
L'anticipazione della data del voto costringe le segreterie ad accelerare, il tempo stringe e i nodi bisogna scioglierli in fretta. Intanto un po' di chiarezza è fatta sui candidati a presidente. Cinque, per ora, in lizza. A sfidare la governatrice uscente Catiuscia Marini ci sono il sindaco di Assisi Claudio Ricci per il centrodestra (e la novità sta proprio in questo e ci torneremo in seguito), la professoressa Laura Alunni del Movimento 5 Stelle, il veterinario Amato John De Paulis per Alternativa riformista e l’imprenditore Giampiero Prugni per l’Italia dei diritti. Non è escluso un sesto candidato espressione della sinistra Sel-Lista Tsipras che si deciderà o meno nelle prossime ore. Di sicuro c’è fermento in giro, soprattutto al nord della regione, e girano perfino nomi di probabili candidati a presidente.
Ma il quadro più convulso riguarda la formazione delle liste.
Venti i candidati da inserire, di cui il 40 per cento deve essere di sesso femminile che si collega alla preferenza di genere. Dentro il Pd la matassa da sbrogliare sta nelle mani del segretario regionale Giacomo Leonelli, peraltro arbitro e giocatore dato che ha deciso di candidarsi, quindi di scendere in campo. Un rompicapo non da niente quello che lo assilla e forse gli fa perdere il sonno.
Allora, prima di tutto il collegio unico impone di non trascurare le istanze che arrivano dai territori e quindi la loro rappresentatività.
Poi un rinnovamento è stato promesso e sbandierato quindi va assicurato per non perdere la faccia, vale a dire niente personaggi consumati. Ancora, cambiare sì ma con attenzione perché i candidati non possono fare le belle statuine e i voti tocca portarli a casa. Un tema delicato riguarda gli esponenti del capoluogo, sono preferibili coloro che non possono essere accostati alla giunta Boccali, quella che è stata sconfitta otto mesi fa. Insomma i paletti sono parecchi, gli appetiti molti di più. A cercare uno strapuntino anche i partiti satelliti del centrosinistra, i cosiddetti cespugli, ossia i socialisti e una parte di sinistra con qualche lista civica.
Dall’altra parte, la notizia è il ricompattamento del centrodestra attorno a Ricci che con pazienza da Oscar e un’imprevedibilità che lo ha premiato nonostante gli smarcamenti si ritrova candidato unico della coalizione. Un passo che è arrivato dopo il via libera da Roma e la benedizione da Perugia. Ma per vedere candidatura dare cammello. Tradotto vuol dire che deve rinunciare a una lista civica e non candidare con lui alcuni consiglieri regionali, tipo Cirignoni ex Lega, Lignani Marchesani ex FdI e Valentino di Forza Italia che se ci saranno le condizioni dovrebbero correre nei partiti di appartenenza. Ricci avrà sacrificato la testa dei tre sul piatto? Se la risposta è affermativa non è escluso che voleranno stracci. Ma l'aspetto più singolare è un altro, e cioè che già circolano i nomi e i cognomi degli assessori di un'eventuale giunta Ricci. Sicuramente la forza dell’ottimismo riesce a far fare e a far dire cose straordinarie.
Comunque una delle parole più usate e abusate in questi giorni è ticket. Ossia l'accoppiata di candidati e candidate perché grazie alla nuova legge elettorale che ha introdotto la preferenza di genere le regole permettono l’indicazione di due voti, ma devono essere per forza di cose, pena l’annullamento, un nome maschile e uno femminile. Resta ovviamente valida la preferenza secca. E quindi in giro è tutto un abboccamento, un corteggiamento.
Forse agli elettori umbri piacerebbe anche sentire parlare di programmi, capire se i candidati hanno una visione dell’Umbria e quale, come intendono affrontare e risolvere i problemi per esempio legati alla crisi, alla mancanza di lavoro, alla sicurezza, allo sviluppo del turismo e via dicendo. Invece fino a oggi a tenere banco è solo la voce candidature. Sarebbe opportuno rimediare e sbrigarsi a buttare giù un programma, così tanto per provare a convincere i cittadini che vale ancora la pena recarsi ai seggi e infilare la scheda nelle urne. Il rischio astensionismo è fortissimo, perché è altrettanto forte il distacco della gente dalla brutta politica.
www.annamossuto.it

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