mercoledì 25 marzo 2015

Un mistero lungo 8 minuti

Editoriale Radio Onda Libera del 25 marzo 2015

In otto minuti si è consumato il disastro aereo in cui ieri mattina hanno perso la vita 150 persone, tutti coloro che, tra passeggeri ed equipaggio, si trovavano a bordo dell'Airbus A320 della Germanwings partito da Barcellona e diretto a Düsseldorf. All'inizio si è temuto un attentato e di certo quanto accaduto ha lasciato l'Europa con il fiato sospeso per ore a interrogarsi senza trovare una spiegazione se non quella dell'incidente.
Ma le domande sono ancora tante, troppe, tipo perché l'equipaggio non ha lanciato l'sos? Come ha fatto l'aereo a perdere quota così rapidamente? Qual era il reale stato di manutenzione del velivolo?
L'Airbus aveva 24 anni di età, aveva superato i check di controllo nell'estate nel 2013. Il pilota contava dieci anni di esperienza con Lufthansa e Germanwings e alle spalle aveva 6.000 ore di volo.
Di certo, oltre al dolore dei familiari delle vittime, l'incidente ha scatenato una serie di reazioni sulla sicurezza dei velivoli e via dicendo. Un primo effetto della tragedia è stato il rifiuto degli equipaggi della compagnia low cost tedesca di lavorare, quindi la cancellazione di una trentina di voli in Europa.
Ma ciò che arrovella tutti è la domanda sulle cause della tragedia, se l'aereo è precipitato per un guasto al motore o per una manovra errata del pilota. Se soprattutto l'aereo, nonostante l'età, fosse in buone condizioni. A infittire il giallo è il perché in otto minuti non è stato mandato alcun segnale.
Una parte di verità potrà arrivare alle scatole nere a bordo del velivolo. Ma conoscere nei dettagli quello che è accaduto sarà difficilissimo anche perché non ci sono superstiti a raccontare gli ultimi secondi di quel terribile volo.
A bordo tra i passeggeri una scolaresca di sedicenni, due cantanti di opera, due neonati, tanta gente comune, che si spostava per lavoro, per turismo, per motivi familiari. La loro vita si è spezzata sulle Alpi francesi.

Una sorte maledetta per chi pensa che queste tragedie non ci riguardano, eppure su quel volo potevamo starci noi o un nostro parente, o un nostro amico. Proprio questa immedesimazione riesce a farci rattristare ancora di più. E ci uniamo alle partecipazioni al dolore di tutto il mondo per uno dei più gravi disastri della storia dell'aviazione civile europea.

Nessun commento:

Posta un commento