giovedì 5 marzo 2015

Il caso De Luca e i "dolori" del Pd

Editoriale Radio Onda Libera del 4 marzo 2015

Nervi tesi in casa Pd per un rebus grosso come una casa. Rebus che si chiama De Luca, ma andiamo per ordine e facciamo un passo indietro. Il sindaco di Salerno si è candidato alle primarie per essere candidato alla carica di governatore della Campania. Domenica le ha vinte, con un risultato netto, il 52 per cento, contro il parlamentare Cozzolino.
Ora dopo la vittoria nascono i problemi dentro il partito e anche l'imbarazzo. Che forse soltanto la magistratura, tipo Tar e corte costituzionale, potrebbe risolvere. Ma vediamo di che cosa si tratta. Nel caso De Luca vincesse le elezioni regionali potrebbe decadere da governatore appena eletto perché la legge Severino stabilisce che chi è condannato in primo grado (e De Luca lo è) per abuso di ufficio è obbligato a lasciare la carica pubblica che occupa.
Diciamo subito che si tratta di una norma discutibile che si scontra con il principio di presunzione di innocenza di chiunque fino a sentenza definitiva. Ma è questa la legge votata dal Parlamento e già applicata, vedi Berlusconi.
Ma a parte questo, è sacrosanta la domanda che tutti si sono fatti in questi giorni: perché si vuole sottoporre la Campania intesa come Regione a una sequenza di sentenze che indeboliscono e rendono più fragile un'istituzione nel caso Del Luca dovesse vincere sul candidato di centrodestra Caldoro? 

Di fronte a questo paradosso, e cioè De Luca può candidarsi alle elezioni ma qualora vincesse, non potrebbe ricoprire la carica a cui sarebbe stato eletto, il suo partito, il Pd, per 48 ore è stato zitto, forse anche basito non sapendo che cosa dire. Poi, finalmente, ieri la ministro per le riforme Boschi ha parlato e ha detto che di modificare la legge Severino non se ne parla nemmeno.
Il rebus diventa più inestricabile. Primo perché il Pd pur sapendo dell'ostacolo ha candidato lo stesso De Luca che, attenzione, aveva tutto il diritto di candidarsi, ma una volta dovesse vincere le elezioni non potrebbe fare il presidente della Regione perché condannato in primo grado.
Un pastrocchio senza precedenti, che mina la credibilità di chi fa le leggi, di chi le applica e della politica nel suo complesso, che non conosce più la strada dell'opportunità e del buon senso.
IL Pd, che ha la responsabilità del caso De Luca non sa come uscirne, del resto un partito votato alla moralità della cosa pubblica non può proporre la soluzione di modificare la legge Severino perché finirebbe per condizionare le elezioni. Ma c'è chi sostiene che sarebbe pronta una bella leggina ad personam. Se così fosse a rimetterci sarebbe la politica e fare una brutta figura e a perderci la faccia sarebbero i politici.

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