martedì 17 marzo 2015

Sgozzato senza un perché

Editoriale Radio Onda Libera del 13 marzo 2015

Un terribile fatto di sangue è accaduto stanotte a Terni, nel centro. Un ragazzo di 27 anni, David Raggi, è stato ucciso in piazza dell'Olmo, di fronte ad un noto locale. Il giovane è stato colpito con una bottiglia da un marocchino ubriaco. Colpito al collo, sgozzato. In piena notte l'uomo - scappato a piedi dopo il delitto - è stato arrestato vicino ai giardini della Passeggiata, non molto lontano da dove è successa la tragedia. L'aggressione al giovane è avvenuta, secondo una prima ricostruzione, all'uscita dal locale.
La vittima era un ragazzo che si trovava lì per caso, stava insieme a degli amici, e dalle prime testimonianze tutti ne parlano come di un giovane serio, impegnato nel volontariato, che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Quindi uno scherzo del destino, un atroce scherzo del destino.
Quanto accaduto stanotte ci impone di riflettere su che cosa è diventata questa città, di che cosa sono diventate le nostre città. La violenza è ormai una costante e Terni sta vivendo un'escalation se non si può girare per la città, se il rischio è di incontrare un assassino che ti taglia la gola. Oppure ricordiamo quello che è successo un mese fa quando una donna è stata ammazzata in casa dai ladri.
Morti assurde, morti che ci fanno capire ancora di più la vulnerabilità della nostra condizione e del nostro momento, che ci mostrano indifesi e fragili di fronte a chi agisce senza scrupoli e senza rispetto della vita umana. La sicurezza dovrebbe essere il primo dei diritti dei cittadini, la sicurezza delle nostre case, delle nostre strade. Invece, purtroppo, non è più così.
Oggi è il momento del dolore per l'omicidio di David, dell'incredulità di fronte a un fatto del genere accaduto senza movente e senza giustificazione, che sarebbe potuto accadere a chiunque. Ma domani chi ha il dovere di giudicare il responsabile di questo omicidio lo faccia pensando che David era un nostro figlio, un nostro fratello, un nostro amico. E quindi infligga la giusta pena, se ci può essere una giusta pena per chi ammazza un ragazzo di 27 anni per strada.
Non è una consolazione perché David non tornerà in vita ma la congruità e la certezza di una condanna ci darebbero la conferma che viviamo ancora in uno stato di diritto.


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