Editoriale Radio Onda Libera del 2 marzo 2015
La riforma della scuola, anzi della "buona scuola" come dice spesso e volentieri
il premier Renzi, ha come fulcro un tema, un punto cruciale, vale a dire la
preparazione del corpo docente. Ma vediamo come funzionerà, sempre se il
provvedimento che sarà portato domani al consiglio dei ministri, vedrà la
luce. Il merito, finalizzato ovviamente a un bonus economico e quindi a un
percorso della carriera, verrà esaminato dai nuclei interni di valutazione che
aggiorneranno ogni tre anni la scheda degli insegnanti basata sui crediti
didattici, formativi e professionali.
I primi riguarderanno la rilevazione delle
attività di insegnamento e l'analisi della documentazione prodotta dal docente,
sentiti studenti e famiglie; i secondi misureranno il raggiungimento degli
obiettivi della formazione in servizio e l'attività di ricerca ; i terzi
testeranno il conseguimento degli obiettivi di miglioramento della scuola
rilevati dal Sistema nazionale di valutazione che è partito quest'anno e che
potrebbe subire una messa a punto con un'altra normativa.
Gli scatti di
anzianità verranno sostituiti da una combinazione di elementi costituita dal
numero degli anni di servizio, dalla meritocrazia e dalle funzioni aggiuntive.
Fermo restando che la normativa riguardante la nuova progressione economica dei
docenti verrà definita con il contratto collettivo per il comparto Scuola che
vedrà la luce entro il 31 luglio 2015, dovremmo trovarci di fronte ad una simile
ripartizione: il 30% riguarderà gli anni di servizio dell'insegnante, mentre
la fetta più grossa, il 70%, sarà legato al merito.
Ecco, questa novità
della pagella per l'insegnante ci piace e la condividiamo. Chi si occupa
dell'educazione e della cultura dei nostri figli deve essere all'altezza del
compito, delicato e di responsabilità. Quindi è giusto e sacrosanto che si
aggiorni, si adegui alle esigenze e sia aperto a nuove forme di didattica.
Restare ancorati a vecchi metodi di insegnamento significa non trasmettere nulla
alle giovani generazioni, anzi in alcuni si rischia di essere dannosi. Ed è
giusto e sacrosanto che periodicamente si valuti il grado di aggiornamento del
corpo docente, per concedergli il bonus ma anche per pensare alla preparazione
dei nostri figli. Questa sarebbe veramente una buona scuola.
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