martedì 17 marzo 2015

E' un'Italia "malata" di intrallazzo

Editoriale Radio Onda Libera del 17 marzo 2015

La nuova Tangentopoli, se fosse un film, sarebbe titolato "La Cricca parte seconda". Cinque anni dopo la storia si ripete, o meglio non si è mai interrotta. Allora si chiamava Grandi Eventi, oggi Grandi Opere. Ma il concetto è lo stesso. Un sistema di tangenti per accaparrarsi appalti dal Nord al Sud della Penisola, un'inchiesta che ha portato in carcere quattro persone, due manager e due imprenditori e una cinquantina di indagati.
Ma andiamo per ordine. Le accuse sono pesanti, vanno dalla corruzione alla turbativa d'asta. E spunta anche il nome del ministro Lupi e del viceministro Nencini, il primo per aver fatto lavorare il figlio, il secondo per essere stato nominato al ministero grazie alla sponsorizzazione del super dirigente Incalza, ora in carcere,
La notizia gira da ieri ed è ovviamente su tutti i siti oltre che sulle prime pagine dei giornali. Qualche considerazione è d'obbligo. Allora, su questo argomento ogni volta che qualche procura indaga la politica inizia a promettere che presto farà la legge anticorruzione. Possiamo mettere un orologio, e non solo il Rolex regalato al figlio di Lupi per la laurea da parte di uno degli imprenditori coinvolti, e ascoltare le stesse dichiarazioni. Solo Renzi da presidente del consiglio lo ha detto per lo scandalo Expo, per il Mose e la Tav. Nelle prossime ore lo dirà anche per questa inchiesta.
Ora è ovvio che siamo ai primi passi di un'indagine complessa e proprio per questo bisogna andarci con i piedi di piombo perché nel nostro Paese esiste sempre la presunzione di innocenza e quindi fino a quando la giustizia non avrà fatto il suo corso tutti sono innocenti. Ma è altrettanto vero che chi ha a che fare con la pubblica amministrazione deve essere al di sopra di ogni sospetto, altrimenti si innesca un meccanismo di presunto clientelismo che nuoce a tutti, in particolare all'interesse generale.
Insomma va bene non fare di ogni erba un fascio ed essere garantisti con chiunque, ma non è normale in un Paese come il nostro che un super dirigente rimanga a guidare il ministero per sette governi, che andato in pensione sia stato trattenuto come consulente. Che quando si apre un'inchiesta del genere i tempi diventano biblici e le accuse si perdono nella notte dei tempi e della prescrizione, che la politica promette sanzioni dure e poi se ne dimentica, annuncia norme trasparenti e leggi severe e poi fa di tutto per insabbiarle.
Di fronte a questo ennesimo scandalo l'indignazione della gente è forte, basta leggere i commenti sui blog, ma la sensazione è che poi tutto finisca a tarallucci e vino, all'italiana. E questo non dipende da chi sta al governo, perché è purtroppo un andazzo trasversale, bipartisan.


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