Matteo Renzi rilancia, forte del suo 40 per cento di
consensi che una settimana fa lo hanno incoronato campione della politica
italiana. Dopo il successo fa rimettere in cammino il programma.
Riforme istituzionali, del fisco, della giustizia, della Pubblica
amministrazione. Tutte questioni già sul tavolo, già abbozzate e su cui si sono
riversati fiumi di dichiarazioni.
Insomma si riparte e il premier annuncia che entro luglio farà un provvedimento che si chiama "sblocca-Italia", che lascerà fare alla gente quel che vuol fare e consentirà di sbloccare interventi fermi da 40 anni.
Il presidente del Consiglio promette un nuovo piano per
le riforme e interventi immediati. E non risparmia ironia a chi rema contro e
anche ai dipendenti della Rai che fanno sciopero contro i tagli. Rilancia poi i due temi di riforme istituzionali su cui
ha puntato fin da subito, fin dai mesi precedenti al suo arrivo a Palazzo
Chigi, la riforma del Senato e dopo l’approvazione in prima lettura torniamo
alla legge elettorale. Fin qui la tabella di marcia con un occhio attento
all'Europa e ai due principali problemi, il lavoro e l'immigrazione.
Ma quello su cui insistere sono i tempi di realizzazione
delle riforme. Lo scadenzario sta diventando meno puntuale. Ma l'importante è che le cose, alla fine, si facciano, pur se in ritardo di qualche mese. Del
resto in questo Paese il cambiamento non avviene con uno schiocco di dita, ma
c'è da augurarsi neppure più con i tempi biblici. Ma soprattutto bisogna farle
le cose. Non sbandierarle soltanto. Altrimenti torniamo punto e a capo alla
vecchia politica.
Nessun commento:
Posta un commento