Oggi parliamo di legge elettorale, della svolta di Grillo e del cambio di
strategia. E' di poche ore fa la notizia che il leader del Movimento 5 Stelle
ha aperto a Renzi, annunciando la disponibilità a mettersi attorno a un tavolo. Un vero colpo di scena che segna un dietrofront di
atteggiamento. Pronta la risposta del presidente del consiglio che ha detto: "Questa
volta lo streaming lo chiediamo noi". Una timida apertura è stata registrata anche dalla Lega
nord.
In particolare, per il movimento 5 Stelle questa richiesta
di confronto al Pd significa innanzi tutto che si legittima il successo
elettorale del partito di Renzi. Poi che i grillini hanno elaborato una
proposta di legge elettorale che se non confortata dall'appoggio degli altri partiti
non vedrà mai la luce. Ergo, il cambio di strategia e l'apertura al confronto. La proposta elaborata dai grillini si basa su 4 principi:
il sistema proporzionale, il collegio intermedio, una soglia di sbarramento al
5 per cento e il voto di preferenza disgiunto.
Comunque al di là dei contenuti e degli aspetti tecnici,
il dato politico è che dopo un anno da quando stanno in parlamento i 5 Stelle hanno deciso di dialogare con la maggioranza per provare a fare qualcosa
insieme. E questo a nostro avviso è un passo importante per due motivi, il
primo perché si tiene ben in mente il fine ultimo, che è quello delle riforme,
in particolare quella elettorale bocciata a parole dai partiti e nei fatti
dalla Corte costituzionale perché produce un parlamento di nominati e non di
eletti, il secondo perché bisogna dare atto a Grillo di un'intelligenza
politica nell'aver capito che il muro contro muro soprattutto quando non si è'confortati dal consenso non porterà da nessuna parte. Un altro dato politico sarebbe la cancellazione del Patto
del Nazareno, quello firmato con Berlusconi uscito dalle urne indebolito e
pronto a saltare in caso di accordo tra Renzi e Grillo.
Insomma nella speranza che non sia uno scherzo crediamo
sia importante che le due forze più votate dagli italiani si parlino e
soprattutto facciano qualcosa per cambiare veramente il Paese. E se il dialogo
sarà produttivo sulla legge elettorale speriamo che si allarghi anche alle
altre riforme. Non è più tempo di vivacchiare, ma di fare.
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