venerdì 6 giugno 2014

La disoccupazione fa sempre più paura

Editoriale Radio Onda Libera del 4 giugno 2014

È ancora record per la disoccupazione, compresa quella giovanile. L'Istat, l'istituto di statistica ha fatto sapere che nel primo trimestre del 2014 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 13,6%, in crescita di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il 13,6 è un massimo storico, il valore più alto dall’inizio delle serie trimestrali e ci riporta indietro di molti anni, al 1977. Massimo storico anche per la disoccupazione giovanile: il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni sale al 46,0%.
"Il dato veramente preoccupante è l’aumento della disoccupazione dello 0,8% su base annua: stiamo strisciando sul fondo, non raccontiamoci storielle" ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Duro il giudizio del leader Cgil, Susanna Camusso secondo la quale i dati "sono molto gravi: basta ragionare di tagli, bisogna ragionare di crescita e lavoro".
Il tasso di disoccupazione ha toccato il suo picco nel Mezzogiorno, dove vola al 21,7% nel primo trimestre del 2014 e tra i giovani (15-24 anni) raggiunge addirittura il 60,9%. Va leggermente meglio nell’Eurozona, dove ad aprile il tasso di disoccupazione è passato all’11,7% dall’11,8% di marzo e un anno prima era al 12%. Nella Ue è passato al 10,4% da 10,5% a marzo; un anno prima era al 10,9%. In Umbria gli indicatori registrano un peggioramento. In un anno si sono persi altri ottomila posti di lavoro: la disoccupazione segna un 12,6, il dato peggiore del Centro Nord dopo il Lazio.
Che dire? I commenti sono sempre gli stessi, che bisogna mettere al centro di tutti il lavoro, che bisogna attuare politiche serie per la crescita, che lo sviluppo passa per la creazione di posti e non aumentare la precarietà. Ora nessuno ha in mano la bacchetta magica, ma la volontà di fare qualcosa di concreto e di immediato ci potrebbe essere, spetta alla politica fare qualcosa di efficace per arrestare il trend e cambiare il verso. La risposta superficiale che si sente in giro è che mancano i soldi; secondo noi ci sono, basta tagliare la spesa pubblicare, basta eliminare un po' di sprechi e tagliare un po' di privilegi.


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