martedì 24 giugno 2014

Italia-Uruguay, vietato sbagliare

Editoriale Radio Onda Libera del 24 giugno 2014

Nella partita contro l'Uruguay l'Italia si gioca il tutto per tutto. E oggi pomeriggio milioni e milioni di italiani staranno incollati alla televisione per seguire le gesta degli azzurri. E soprattutto per vedere se la squadra di Prandelli, al contrario di quanto fatto con il Costarica, saprà reagire, tirare fuori gli attributi e onorare la maglia che indossa.
Sembrano tutti, a cominciare dal commissario tecnico, ascoltate le dichiarazioni, consapevoli dell'importanza della sfida che vale il passaggio alla fase successiva. E' vero che basterebbe un pareggio per superare il turno, ma l'Italia promette di scendere in campo per vincere. E questo ci sembra l'approccio giusto; non certo quello di venerdì scorso quando i nostri in mezzo al campo sembravano spaesati, dei manichini immobili e incapaci di reagire.
E' una questione di mentalità non certo solo di forma fisica. Infatti le critiche piovute addosso alla nazionale sono state di comportamento, di incapacità di reagire e di impegnarsi per tentare di ribaltare il risultato, di giocare per vincere. 

Su una frase non siamo d'accordo con Prandelli, quando dice che gli avversari hanno più senso patriottico. Bene, l'attaccamento ai colori e alla maglia dipendono dal senso di appartenenza di chi l'ha indossa. Quindi se sono i primi i giocatori a non considerare importante giocare e sudare in nome e per conto dell'Italia allora vuol dire che le loro teste sono già proiettate alle vacanze e il loro cuore lontano dai campi del Brasile e dalla coppa del mondo.
Insomma, una partita si può anche perdere ci mancherebbe altro, quando si trova un avversario più forte è anche inevitabile e giusto, ma quello che gli sportivi e gli appassionati non tollerano è la mancanza di orgoglio, di impegno, di sacrificio.

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