lunedì 9 giugno 2014

Clamoroso a Perugia

Il punto del direttore del 9 giugno 2014

Clamoroso a Perugia suona come Clamoroso al Cibali quando Sandro Ciotti commentò oltre mezzo secolo fa a Tutto il calcio minuto per minuto la vittoria del Catania sull’Inter, appunto allo stadio Cibali. Nel gergo calcistico indica un risultato a sorpresa, in cui chi è sfavorito prevale. Ora nel linguaggio politico significa che per la prima volta nella storia del capoluogo un sindaco non di sinistra o centrosinistra, Andrea Romizi, s’insedia a Palazzo dei Priori.
Dopo undici anni, dopo la primavera del ’93 a Terni, la fascia tricolore passa di mano e di colore. Già la non chiusura al primo turno era stato un brutto segno per l'uscente Wladimiro Boccali, l’esito del ballottaggio ha avuto nella notte l’effetto di un vero e proprio terremoto. Un'altra nota sorprendente la bassissima affluenza, nemmeno il 50 per cento contro il quasi 70 di 15 giorni fa. Nel resto della regione, negli altri otto comuni interessati al voto, la partita è finita 6 a 2 per il centrosinistra. Riconfermati i sindaci di Foligno (Mismetti), Marsciano (Todini) e Terni (Di Girolamo), eletti Presciutti a Gualdo Tadino, Germani a Orvieto e Stirati a Gubbio. Per il centrodestra il riconfermato Ansideri a Bastia ed eletto Cardarelli a Spoleto. Ma per onestà va detto che il successo a Perugia vale immensamente di più dal punto di vista politico e soprattutto guardando alle ripercussioni di questo voto negli assetti all’interno del Pd, il partito di maggioranza del centrosinistra, e nelle altre istituzioni. La vittoria di Romizi è un segnale chiaro e inequivocabile che i perugini hanno affidato alle urne. Ma vuol dire anche che le rendite di posizione si sono esaurite. E forse è pure un avvertimento per il futuro prossimo. Chi ha perso rifletta seriamente sulle ragioni della sconfitta, chi ha vinto si impegni a governare.
anna.mossuto@gruppocorriere.it

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