venerdì 27 giugno 2014

Doppia fronda contro le riforme

Editoriale Radio Onda Libera del 27 giugno 2004

La strada delle riforme non è lineare, è piena di curve e ostacoli. E anche di fronde. Soprattutto dopo l'incontro tra Renzi e Movimento 5Stelle. Due sono quelle si stanno formando e di una certa consistenza, una dentro il Partito democratico, l'altra dentro Forza Italia. Al centro di tutto, per ora, la riforma del Senato.

Nella maggioranza sono 18 i senatori che hanno firmato un subemendamento al disegno di legge costituzionale per ripristinare l'elezione diretta dei senatori (e di questi, 16 sono dem) contraddicendo uno dei capisaldi della riforma del premier. E se l'approvazione in commissione arriverà, quella in aula non è scontata perché sarebbero determinanti i voti di lega e Forza Italia. A meno che dopo l'incontro con i grillini questi non facciano grandi aperture. 
Comunque, la seconda fronda è dentro il partito di Berlusconi. Perché nonostante il patto tra Renzi e l'ex Cavaliere, molti senatori preferirebbero un Senato elettivo, come quello che c'è adesso. Insomma non vogliono cambiare, non vogliono perdere posti. E questo, scusate la franchezza, era prevedibile.
Nel nostro pPese abbiamo quasi mille parlamentari tra deputati e senatori, eliminarne un terzo non sarebbe la fine del mondo. Eppure a decidere la fine dei senatori dovrebbero essere gli stessi senatori in carica... della serie dovrebbero decidere la loro estinzione, il loro suicidio. Beh ci sembra scontato almeno un po' di resistenza.... é chiaro che siamo d'accordo pienamente con Renzi per l'eliminazione di una seconda aula che fa le stesse cose della prima, per la riduzione dei parlamentari perché così si taglia la spesa pubblica e si semplifica la macchina della pubblica amministrazione.

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