mercoledì 11 giugno 2014

Situazione da incubo per l'Umbria

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 giugno 2014

Parliamo di economia, perché il rapporto Bankitalia ci ha fornito un quadro terribile della nostra regione, con dei dati agghiaccianti. La disoccupazione è ai massimi storici da 20 anni. Il 40% dei laureati emigra, uno su due non usa le competenze. Il prodotto interno lordo è calato anche nel 2013 dell'1,9%. La fotografia scattata dalla Banca d'Italia sullo stato dell'economia nella nostra regione è impietosa. Si continua con la fuga dei giovani da questa terra che non offre più prospettive nonostante il tentativo della Regione di trattenere i migliori cervelli.
Durante la crisi, quindi dal 2007, secondo i numeri del rapporto diffuso ieri, il tasso di occupazione totale in Umbria è calato del 5% con oltre 17 mila posti di lavoro bruciati, seguendo una dinamica peggiore che in Italia. Per i giovani under 35 il calo è stato del 26% con un -6% solo nel 2013. Se è vero che per i non laureati è molto più difficile trovare lavoro, 5 laureati su 10 fanno un lavoro non corrispondente al loro livello: 4 su 10 ne fanno uno inferiore, 1 su 10 non usa la proprie competenze pur rivestendo una qualifica adeguata.
La conclusione è che in Umbria conviene essere laureati meno che in Italia. Ma la questione lavoro è più complessa. Il tasso di disoccupazione in Umbria ha toccato il 10,4% come media 2013 (dato peggiore da 20 anni) con una tendenza che prosegue (12,6% come dato tendenziale di marzo). E anche qui i giovani pagano più cara la crisi: i disoccupati under 35 sono il 19% del totale (era il 7,8% nel 2008) ovvero 20mila. Impressionante è il numero dei cosiddetti Neet (inoccupati, cioè che non lavorano e non studiano): sono 37mila ovvero il 19,9% dei 185mila giovani umbri. Un numero che mette i brividi.
Questi numeri sono veramente spaventosi. Lasciano senza parola. Eppure sarebbe il caso di reagire, di fare qualcosa, prima che la situazione sprofondi, prima che questa regione si trasformi in una terra senza giovani e senza più speranze.

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