martedì 17 giugno 2014

Giustizia certa per gli assassini

Editoriale Radio Onda Libera del 17 giugno 2014

La cronaca nera ha il sopravvento sulla politica. Perché sono accaduti due fatti che hanno colpito tutti, dal Nord al Sul della penisola, per l'atrocità e per l'efferatezza. Il primo, clamoroso, riguarda il delitto di Yara Gambirasio, la ragazzina uccisa quasi quattro anni fa nel Bergamasco. E' stato fermato il presunto assassino. Si chiama Massimo Giuseppe Bossetti. L’uomo è inchiodato dal test del Dna: incensurato, 44 anni, è sposato, ha tre figli e anche una sorella gemella.
Durante l'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere, attraverso il suo avvocato ha fatto sapere di essere sereno. Poi il trasferimento in carcere. All'uscita dalla caserma dove è stato interrogato, una folla di persone ha inveito contro di lui, mentre applaudiva le forze dell'ordine. L'annuncio dell'arresto è stato dato direttamente dal ministro dell'Interno Alfano che si è complimentato con gli investigatori.
Il secondo fatto interessa un triplice omicidio allucinante. Un padre ha ammazzato moglie e figli a coltellate e poi è andato a vedere la partita dell’Italia. Il movente ad armarlo il fatto che si era innamorato di una collega.
Carlo Lissi ha agito con freddezza e una ferocia inaudita. Ha prima avuto un rapporto intimo con la moglie e poi, come se nulla fosse, ha commesso la strage. Per costruirsi l'alibi la migliore occasione è stata andare al bar a vedere la partita dell'Italia.
Nella sua testa ha voluto eliminare la famiglia forse per sentirsi più libero di instaurare una nuova relazione. Davanti a chi lo ha interrogava ha ammesso di aver assassinato i suoi cari e ha chiesto di essere condannato al massimo della pena. Ha fatto bene perché è' quello che si merita. Anche se istintivamente verrebbe voglia da auguragli di fare la stessa fine. Ma cosa fa ad arrivare a tale stato di violenza? Non è da umani un comportamento del genere.
Le considerazioni sono più di una. Di sicuro fa stare bene sapere che un assassino in circolazione è stato catturato, pur se dopo tanti anni. Ma di fronte a fatti così agghiaccianti l'unica consolazione per chi rimane e per un sistema di diritto è la certezza della pena. Chi ha commesso un reato deve essere punito e tutti dobbiamo avere la garanzia che la pena sia espletata. Altrimenti tutti i principi fanno a farsi a benedire.


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