martedì 10 giugno 2014

La resa dei conti nel Pd è solo all'inizio

Editoriale Radio Onda Libera del 10 giugno 2014

"Una sconfitta epocale e terrificante", un referendum contro il sindaco uscente. Queste più o meno le parole usate per definire la débacle a Perugia dove il centrodestra con Andrea Romizi ha conquistato il Comune. La prima conseguenza di questo risultato elettorale choc è il caos dentro il Partito democratico dove la resa dei conti è appena all'inizio.

Il segretario regionale Leonelli in una conferenza stampa ha messo le mani avanti dicendo che non c'è stato un complotto da parte del Pd, ma si tratta di una sconfitta che appartiene più "a una classe dirigente figlia non di questa segreteria ma di altri percorsi". Nel mirino finiscono la campagna elettorale portata avanti dal sindaco, "che forse non ha avuto la capacità di ammettere le difficoltà fino in fondo e di comunicare le cose positive fatte", e un esecutivo che ha spezzato il filo con la città a causa "dell’eccessiva autoreferenzialità".
Certo, addebitare tutte le colpe al sindaco sembra un po' eccessivo. Il partito anziché trovare il capro espiratorio farebbe bene a riflettere sulle ragioni di questo terremoto politico che consegna Palazzo dei Priori per la prima volta al centrodestra.
Lo sguardo di quanto accaduto nel capoluogo di regione si sposta verso un altro palazzo, quello della Regione. Tra poco più di otto mesi infatti ci sono le regionali e il ko di Boccali di certo non rafforza Catiuscia Marini. Dentro la segreteria non è particolarmente piaciuto il commento della presidente e ora quello che molti temono è che possa aprirsi una fase, lunga mesi, all’insegna del "primarie sì, primarie no"; l’ennesimo logorante e cannibalesco scontro tutto interno al gruppo dirigente. E questa non è la strada giusta per rimettere in carreggiata un partito. Per recuperare il terreno perduto. La direzione intrapresa rischia di fare più male che bene. Questo ovviamente è solo il nostro parere.


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