giovedì 7 marzo 2013

Tragedia che addolora
una comunità intera

Il punto del direttore del 7 marzo 2013

In certe occasioni le parole non servono a nulla. Perché c'è poco da commentare o interpretare. Un uomo affetto da qualche problema, esasperato anche dalla condizione lavorativa, è entrato negli uffici della Regione, ha sparato uccidendo due impiegate e poi si è suicidato. Una follia senza precedenti nella nostra regione. Tragedie di queste dimensioni, di questa portata, siamo abituati a sentirle per televisione perché accadono di solito lontano da noi migliaia e migliaia di chilometri.


Invece un dramma senza movente si è scatenato al quarto piano degli uffici regionali in una tarda mattinata qualunque che sarà ricordata come una giornata di pazzia con tre vite spezzate.
L'unica reazione può (e dovrebbe) essere di dolore. Dolore per le vittime, due donne che hanno avuto l'unica colpa di essere state al posto di lavoro in quel momento. Dolore anche per l'assassino dalla mente alterata che ha premuto una, due, tre, quattro, cinque volte, fino a nove, il grilletto della pistola, forse regolarmente detenuta, forse in corso di revoca, prima di puntarsela alla testa e spegnere così anche la possibilità di espiare una penitenza. L'invito a riflettere lanciato a caldo dal sindaco di Perugia Boccali va accolto. Senza dubbio è sempre meglio pensare e poi parlare. E vale per tutti, vale per chiunque abbia un minimo di sensibilità e rispetto. Che la crisi abbia armato la mano di Andrea Zampi pare un'affermazione un po' forte, troppo forte. Che il piccolo imprenditore abbia sterminato due lavoratrici perché dipendenti di enti pubblici sembra riduttivo. La verità, fino a questo momento, è che chi entra in un ufficio urlando frasi sconnesse e uccidendo persone innocenti non sta in pace con il cervello. Ergo, le responsabilità stanno in chi non lo ha fermato, se era possibile fermarlo, in chi non gli ha impedito di andare in giro armato, se era possibile impedirglielo, in chi non lo ha curato, se era possibile curarlo.
Di sicuro è inaccettabile che due donne escano di casa per andare al lavoro e poi non farne più ritorno. Questi fatti non possono accadere, non dovrebbero accadere né a Perugia né in qualsiasi altra parte del mondo. La tragedia di ieri mattina tocca da vicino le tre famiglie coinvolte ma sconvolge e addolora tutta la comunità regionale.

anna.mossuto@edib.it

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