giovedì 31 marzo 2016

Ogni giorno c'è chi truffa lo Stato

Editoriale Radio Onda Libera del 30 marzo 2016

Un'altra maxi truffa ai danni dello Stato. Centocinquantasette persone sono state denunciate dai finanzieri del comando provinciale di Cosenza per aver falsamente dichiarato indennità di disoccupazione, sussidi di maternità, assegni familiari e indennità di malattia. L'ammontare della truffa ai danni dell'erario è pari a 700mila euro, erogati attraverso la predisposizione di falsi contratti.
L'attività dei lavoratori agricoli assunti fittiziamente veniva dichiarata su terreni inesistenti, in qualche caso anche su terreni sotto sequestro per inquinamento ambientale. In base a quanto accertato, risultavano assunti centinaia di falsi braccianti agricoli, a tempo determinato, per un totale di ottomila giornate lavorative. Dagli accertamenti è emerso che non sono stati versati contributi previdenziali all'Inps per circa 150mila euro.
Questa è soltanto l'ennesima truffa ai danni dello Stato, dopo i tanti casi di assenteismo, i furbetti che timbrano il cartellino e vanno a fare i fatti loro, i tanti casi di falsi invalidi che percepiscono la pensione non avendone diritto, e via di questo passo.
Le considerazioni sarebbero tante. Partiamo dal fatto che vicende del genere si devono accogliere con la dovuta indignazione e non facendo spallucce come se fossimo abituati, come se fossimo assuefatti a notizie così e che quindi non ci fanno più caldo né freddo. Poi, entrando nel merito, ci sembra assurdo che al giorno d'oggi con una tecnologia avanzatissima, con un'interconnessione globale, non si riescano a incrociare i dati e stanare coloro che mettono in piedi truffe e raggiri.
Ancora, un altro spunto di riflessione è che questi reati, perché tali sono, non sono fine a se stessi, cioè a chi li commette che giustamente ne deve rispondere perché la responsabilità penale è personale, ma ricadono sulla collettività, sulle nostre tasche, perché alla fine si tratta di denaro pubblico, quindi di tutti i cittadini. Le truffe di questa specie fanno male a tutti, anche a chi non abita a Cosenza, anche a chi non ha nulla a che fare con il lavoro agricolo.


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