Editoriale Radio Onda Libera del 30 marzo 2016
Un'altra maxi truffa ai danni dello Stato. Centocinquantasette persone sono
state denunciate dai finanzieri del comando provinciale di Cosenza per aver
falsamente dichiarato indennità di disoccupazione, sussidi di maternità, assegni
familiari e indennità di malattia. L'ammontare della truffa ai danni dell'erario
è pari a 700mila euro, erogati attraverso la predisposizione di falsi contratti.
L'attività dei lavoratori agricoli assunti fittiziamente veniva dichiarata su terreni inesistenti, in qualche caso anche su terreni sotto sequestro per inquinamento ambientale. In base a quanto accertato, risultavano assunti
centinaia di falsi braccianti agricoli, a tempo determinato, per un totale di
ottomila giornate lavorative. Dagli accertamenti è emerso che non sono stati
versati contributi previdenziali all'Inps per circa 150mila euro.
Questa è
soltanto l'ennesima truffa ai danni dello Stato, dopo i tanti casi di
assenteismo, i furbetti che timbrano il cartellino e vanno a fare i fatti loro,
i tanti casi di falsi invalidi che percepiscono la pensione non avendone
diritto, e via di questo passo.
Le considerazioni sarebbero tante. Partiamo
dal fatto che vicende del genere si devono accogliere con la dovuta indignazione
e non facendo spallucce come se fossimo abituati, come se fossimo assuefatti a
notizie così e che quindi non ci fanno più caldo né freddo. Poi, entrando nel merito,
ci sembra assurdo che al giorno d'oggi con una tecnologia avanzatissima, con
un'interconnessione globale, non si riescano a incrociare i dati e stanare
coloro che mettono in piedi truffe e raggiri.
Ancora, un altro spunto di
riflessione è che questi reati, perché tali sono, non sono fine a se stessi,
cioè a chi li commette che giustamente ne deve rispondere perché la
responsabilità penale è personale, ma ricadono sulla collettività, sulle nostre
tasche, perché alla fine si tratta di denaro pubblico, quindi di tutti i
cittadini. Le truffe di questa specie fanno male a tutti, anche a chi
non abita a Cosenza, anche a chi non ha nulla a che fare con il lavoro
agricolo.
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