domenica 13 marzo 2016

Se l'acqua scarseggia
la papera non galleggia

Il punto del direttore del 13 marzo 2016

La domanda che serpeggia da giorni è una sola. La crisi in Regione è risolta oppure no? La risposta è ni. Nel senso che la maggioranza si è contata sulla fiducia alla presidente e i consiglieri hanno risposto presente. Ma la frattura politica resta profonda, l'ex assessore alla sanità non è rientrato in giunta e la sua area ha già dimostrato di andare avanti senza paure e tentennamenti in un'azione politica tesa al rinnovamento. Ergo, la crisi c'è ma non si vede. O meglio la crisi ha segnato un passaggio importante con le comunicazioni della presidente Catiuscia Marini che nell'aula di Palazzo Cesaroni ha tenuto un discorso spiegando la genesi delle nomine dei vertici della sanità che hanno portato alla rottura dentro il Pd e dentro la maggioranza che la sostiene.

Nelle sue comunicazioni ha spiegato l'aspetto tecnico della questione e ha ripercorso le tappe che l'hanno portata a firmare gli incarichi in disaccordo e in assenza dell'assessore alla sanità Luca Barberini che si è prontamente dimesso dimostrando di non essere attaccato alla poltrona.
La seconda parte dell'intervento la presidente l'ha improntato sul versante politico lanciando almeno un paio di messaggi. Il primo. Ha voluto parlare ai consiglieri sì ma anche alla comunità perché i dissidi e quindi le diverse posizioni devono uscire dall'"acquario" (testuale definizione) dell'emiciclo di Palazzo Cesaroni. E su questo ha ragione perché all'esterno il quadro venuto fuori in queste settimane è stato di uno scontro tra poteri, quello mariniano e quello bocciano (che fa capo al sottosegretario Gianpiero Bocci). Ma saranno state efficaci le sue parole, avranno raggiunto l'obiettivo? E' presto per dirlo, si vedrà in seguito. Il secondo. La presidente ha spostato il tema non sui nomi, cioè per esempio sul manager Walter Orlandi a capo della direzione sanitaria, che da vent'anni bazzica il settore, o sulla novità Maurizio Dal Maso chiamato alla guida dell'azienda ospedaliera di Terni che è risultato indagato per vecchi fatti (sui due incarichi c'è stata parecchia maretta in consiglio) ma sui punti programmatici, e su questo ha incassato la fiducia di tutti i consiglieri del centrosinistra, compresi i cinque bocciani. Ma come, direbbe l'uomo della strada, Barberini e company si distinguono, aprono la crisi e poi si fermano? La risposta è che le esigenze della politica a volte sfuggono alla normale comprensione e soprattutto l'opposizione interna non può tramutarsi in uno sbattere la porta perché non si è d'accordo. Detto in altri termini, se la presidente ha provato a consegnare il cerino acceso in mano ai bocciani, questi non si sono fatti incendiare.
E ora che succede? Se ne uscirà prima o poi da questa impasse o si continuerà così con i cinque consiglieri su otto della maggioranza che assumeranno sempre più le sembianze di una spina nel fianco della governatrice? A nostro avviso, la seconda risposta è quella valida, almeno per adesso. Insomma il confronto politico sarà più che mai acceso, i segnali si sono toccati con mano il pomeriggio stesso del consiglio di mercoledì. Quando la risoluzione dell'opposizione sulla sospensione di Orlandi e' passata con otto voti a favore, tre astensioni e due usciti dall'aula. Un soffio e sarebbe successo il cataclisma. Della serie Marini avvisata, mezza salvata. Un altro vespaio di polemiche è scaturito dalle ammissioni a fine consiglio sull'inchiesta che vede indagato il manager Dal Maso. Ma si è discusso una giornata sui criteri delle nomine e si è sottaciuto un elemento del genere? Apriti cielo. La tensione è riaffiorata con la solita coda velenosa che non fa presagire nulla di buono, anche da qui la conferma che la crisi è lungi dall'essere chiusa. Prima di chiudere la parentesi dell'assemblea, va sottolineato il ruolo dell'opposizione che dopo aver annunciato urbi et orbi che avrebbe presentato la mozione di sfiducia al momento del dunque non l'ha scritta. Perché, questa la motivazione, a conti fatti non c'erano i numeri. Ma vivaddio il computo non era astruso, non c'era bisogno del pallottoliere. A meno che l'opposizione non voleva giocare facile con la stampella dei dissidenti. Beata ingenuità. Per il resto un po' di fuoco e fiamme l'hanno fatto, per la verità di più i cinque stelle nei toni e nelle argomentazioni.
Archiviata la seduta del consiglio, resta sul tappeto la verifica chiesta dal segretario regionale Giacomo Leonelli che stanco di essere diventato il bersaglio delle critiche ha pensato bene di interrogare i suoi sostenitori congressuali, cioè i mariniani e i bocciani, se riscuote ancora la loro fiducia oppure no. Bene, dopodomani ci sarà un confronto e si preannuncia aspro perché il clima non è affatto sereno ma questa non è una novità. Prendendo in prestito l'immagine dell'acquario c'è un detto che dice "l'acqua è poca, anzi scarseggia e la papera non galleggia". Vista la situazione, chissà tra i nostri magnifici politici chi farà la fine della papera. Non resta che attendere, il banco delle scommesse è aperto.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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