mercoledì 30 marzo 2016

I magnifici 100 e Sorrentino sindaco

Il punto del direttore del 20 marzo 2016

Entriamo nella settimana santa e la bagarre politica forse avrà un attimo di pace. Ma mentre la crisi nei Palazzi di piazza Italia si è incartata a tal punto che ognuno va per la propria strada e nessuno fa un passo avanti o indietro, il risultato è il medesimo di un mese fa, e cioè una giunta monca e un Pd lacerato in più tronconi. I lavori in corso danno la verifica aperta tra la segreteria regionale e i bocciani, verifica che probabilmente porterà a qualche innesto nella compagine e niente di più.
L’unica novità degna di rilievo dalle parti del Pd è l’uscita di un gruppo di iscritti e simpatizzanti, un centinaio di firme, che dopo aver assistito allo spettacolo di queste settimane ha deciso di dire qualcosa. E quello che ha detto è sensato e condivisibile.
A cominciare da un partito che finalmente apra una discussione vera sui temi che interessano la gente e non per slogan, che sappia essere autonomo dalle istituzioni e capace di uscire dalla logica di renziani, antirenziani ed ex. In un documento i magnifici cento redarguiscono senza timore reverenziale chi governa il partito e parlano di vuoto di credibilità e autorevolezza, di smetterla con le solite beghe di bottega e incitano a un impegno per ricostruire un partito comunità dove vengano ritrovati la speranza e un progetto per il paese e per la regione. Vedremo se queste istanze avranno accoglienza nel Nazzareno umbro oppure resteranno lettera morta. Sarebbe un peccato la seconda ipotesi perché significherebbe un arroccamento che non porta lontano, o meglio porta a una disaffezione ancora più profonda tra base e dirigenza. Ora passiamo ad altro e innalziamo il livello della politica.
Grazie al vescovo di Assisi Domenico Sorrentino che interviene con un messaggio alla città in vista delle elezioni amministrative intitolato “Per amore del mio popolo”. Prima di entrare nel merito salutiamo con apprezzamento il documento del vicepresidente della Ceu (Conferenza episcopale umbra) che non ha remore a immischiarsi di cose terrene, anzi speriamo che chi fa politica lo legga attentamente e soprattutto lo faccia proprio soprattutto nei fatti. Sorrentino a proposito della prossima competizione elettorale ha detto che “non devono vincere i partiti, deve vincere la città”, mettendo al centro di tutto la persona “che non è né di destra, né di sinistra e ne' di centro”. Un concetto questo che arriva ovviamente da un uomo di chiesa e il riferimento forse è alle categorie di una politica che vive un periodo di confusione massima al punto tale da non ritrovarsi catalogata in schematismi superati. Ma forse il richiamo è al principio dell’uguaglianza secondo cui al centro di tutto ci deve essere l’uomo e da ciò l’avvertimento chiaro e netto, anche a scanso di strumentalizzazioni, che “non ci saranno candidati o liste della Chiesa”. Chi ha orecchie per intendere intenda...e soprattutto non tiri per la giacchetta la tonaca o il saio. Il vescovo poi fa un affondo degno di uno statista ma anche di chi ha passione e amore per la comunità in cui vive che vuole la politica intesa nel senso nobile del termine, e cioè chi si interessa, chi ha a cuore la cosa pubblica: “i partiti, i politici non dovrebbero mai obbedire a pure ambizioni di potere e di poltrone, e comunque non andare mai oltre la soglia della dignità e della coerenza”.
Per monsignor Sorrentino è importante che i cittadini di Assisi “possano scegliere i loro amministratori non sulla base di simpatie, amicizie e interessi di parte, ma attraverso una responsabile valutazione dei programmi e delle persone, queste ultime giudicate in rapporto alla loro rettitudine e competenza”. Nel suo documento Sorrentino poi elenca in dieci punti che cosa si dovrebbe fare per il bene della città, partendo dal ruolo e dalla missione di Assisi che, concordiamo, non è una città qualsiasi. Dall’accoglienza al lavoro, alla legalità, all’impegno per la pace e per l'ambiente, alla famiglia, alla cultura. E soprattutto alla politica intesa come servizio, come dovere anche per un cristiano. Su questo punto si legge un richiamo a tutti quei cattolici che disdegnano la politica ritenendola una cosa sporca, incrementando le file degli indifferenti e dei qualunquisti. In conclusione ci sentiamo di ringraziare monsignor Sorrentino perché da un uomo di Chiesa in questa domenica delle Palme è arrivata una grande lezione sulla buona politica, quella buona politica che tutti dovremmo praticare tenendo sempre a mente il bene comune. Verrebbe quasi quasi voglia di augurarci la candidatura di Sorrentino a sindaco di Assisi, visto che il programma già è pronto.
annamossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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