domenica 13 marzo 2016

Sui migranti tante parole e pochi fatti

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 marzo 2016

Torniamo a parlare di migranti perché questa strage infinita e silenziosa pare non fare più notizia. Ancora un naufragio, ancora morti annegati, tra cui bambini. Migliaia e migliaia sono le vittime del mare. E intanto si continuano a fare vertici, riunioni, a spendere belle parole per dire che bisogna fare qualcosa. L'ultimo incontro, ieri dell'Unione europea, è stato un rimpallarsi di responsabilità, di paletti, di scaricare le quote di un Paese su un altro.
Al centro del dibattito il rapporto con la Turchia che ricorda il suo impegno a prendere migliaia e non milioni di profughi. L'altro nodo da sciogliere è stato quello relativo alla rotta dei Balcani e all'atteggiamento di chiusura di Ungheria, Austria, Macedonia, Serbia, Croazia e Slovenia. Decisione, questa, presa alla Ponzio Pilato con l'avallo tacito dell'Europa. Intanto si temono flussi di arrivi sull'Adriatico, sulle coste italiane.
Come al solito i problemi non sono stati risolti. Anzi l'Europa pare sia diventata esperta nel non affrontare le questioni, quasi a pensare che si risolvano da sole, così per magia. Invece quest'atteggiamento pilatesco non fa che incancrenire i problemi ed esasperare gli Stati che senza nessuna colpa - solo perché geograficamente esposti - sono costretti a sopportare il peso di un'emergenza senza precedenti.
Non riuscire a trovare un accordo è veramente un fallimento per chi si riempie la bocca di politica europea, di solidarietà e accoglienza. Se 28 Paesi non hanno una linea comune non si rendono conto che la tragedia dei migranti riguarda tutti e non è onesto attuare lo scaricabarile perché si tratta di esseri umani, di poveretti che fuggono da guerre e povertà; significa che non ha senso che esista un'unione di stati.
Insomma l'Europa che sognavano i nostri padri europeisti non è quella che vediamo, un carrozzone che parla e non produce, che predica e non concretizza, che dà direttive e poi se ne frega che vengano attuate, che non riconosce pari dignità a tutti gli stati membri.
Sui migranti ci si aspetta schiena dritta e soprattutto capacità di elaborare un piano che accolga in uno spirito solidaristico le persone più sfortunate e supporti gli stati in quest'opera di accoglienza. Invece la politica finora adottata è frammentaria: uno stato chiude le frontiere, un altro le apre a metà, un altro decide una quota, un altro ne decide un'altra. Una politica schizofrenica. Intanto la gente muore, intanto il mare è diventato il cimitero più grande del mondo, e tante croci hanno il nome di bambini.


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