martedì 8 marzo 2016

Primarie per legge e per tutti

Editoriale Radio Onda Libera del 7 marzo 2016

Domenica di primarie per il Pd nelle città più importanti chiamate al voto tra qualche mese. Vediamo subito come è andata. A vincere quasi dappertutto sono i candidati renziani. A Roma è infatti Roberto Giachetti il candidato sindaco del centrosinistra. Batte Morassut con il 64% dei voti. A Napoli Valeria Valente s’impone di misura su Antonio Bassolino con il 43,7% contro il 42,2%, a Trieste vince Roberto Cosolini, sindaco uscente sostenuto da Renzi. A Bolzano la spunta Renzo Caramaschi, outsider sostenuto da Sel-Idv e liste civiche.
Il dato delle grandi città in corsa, se confermato, segna una vittoria del voto “renziano” ma ce n’è un altro che farà discutere: il crollo dell’affluenza della Capitale che si è dimezzato rispetto al 2013, quando ai seggi si recarono 103mila persone. Roma e il Pd romano pagano in termini di partecipazione le vicende di Mafia Capitale, le lacerazioni innescate dall’affaire Marino e poi la faida dei circoli e tra gli iscritti. Comunque dappertutto le reazioni a caldo dei perdenti sono state di distensione verso i vincitori. 
E sì, il significato politico di questa consultazione è l'alto tasso di astensione che testimonia un profondo disagio e disaffezione verso la politica. Su questo dato il partito, anzi tutti i partiti, farebbero bene a riflettere.
A Napoli i votanti sono invece raddoppiati, oltre 30mila, un numero superiore a quello registrato alla fine delle primarie per scegliere il candidato governatore che mossero 16mila persone. Due città che hanno reagito in modo diverso alla richiesta di partecipazione del Pd. A proposito, un'altra riflessione andrebbe fatta sull'utilità o meno dello strumento delle primarie.
Allora, se anziché partecipazione devono significare un alibi per piazzare questo o quel candidato meglio non perdere tempo ed energie. Se invece devono rappresentare la possibilità per la base di scegliere da chi farsi rappresentare allora vuol dire che sono ancora un grande strumento di democrazia.
Detto questo il nostro parere - considerato che in questa seconda Repubblica non ci sono più le scuole di formazione politica - è che le primarie andrebbero disciplinate per legge e valere per tutti i livelli di elezioni, come una sorta di selezione dei candidati migliori da proporre ai cittadini. Solo così c'è la speranza che la classe dirigente sia migliore di quella che abbiamo.

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