venerdì 4 marzo 2016

Nestlé rilancia e punta sul Bacio

Editoriale Radio Onda Libera del 3 febbraio 2016

Parliamo ancora della Perugina, perché dopo le indiscrezioni che volevano in vendita la produzione delle caramelle "Rossana" e la linea die biscotti "Ore liete", ieri la Nestlé ha svelato i contenuti del proprio piano industriale. E la notizia è abbastanza consolante. La multinazionale svizzera ha messo sul piatto un investimento di 60 milioni di euro in tre anni senza prevedere alcun esubero. Questo il succo del Piano presentato ai sindacati e alle istituzioni. Ma vediamo la strategia industriale.
E' stato confermato che l'azienda prediligerà nella fabbrica di San Sisto la produzione del Bacio Perugina, quindi il cioccolato, lo storico marchio conosciuto in tutto il mondo. E su questo la Nestlé vorrà puntare mettendo a disposizione sia le risorse che uno staff di manager capaci di riposizionare il brand e anzi si vorrà lavorare di più per confermare Perugia come capitale italiana del cioccolato, anche a livello internazionale.
L’azienda ha sostanzialmente presentato la riproposizione del “modello San Pellegrino” ovvero il piano di successo di rilancio su scala mondiale dell’acqua (1,3 miliardi di pezzi venduti in 145 Paesi). L'investimento di 60 milioni proposto nel piano punta a potenziare lo stabilimento di San Sisto per confermarne la posizione come uno dei poli produttivi di eccellenza del cioccolato con lo scopo di "fare di Perugia un simbolo del Made in Italy in tutto il mondo, come accaduto nel settore delle acque per il marchio San Pellegrino".
Nell’arco di tre anni, verranno investiti 15 milioni per l’innovazione profonda dello stabilimento di San Sisto (con soluzioni innovative anche per ciò che riguarda l’approvvigionamento energetico). Altri 45 milioni serviranno per la strategia di sviluppo commerciale che – è stato precisato – "è indirizzata dunque non soltanto al mercato interno, ma anche alla crescita nei mercati esteri con interessanti opportunità di contro-stagionalità della produzione". Già oggi il 40% dei volumi prodotti a San Sisto è destinato ai mercati esteri con le tavolette di cioccolato Nestlé per tutta l’Europa. Il piano di ammodernamento aiuterà ora a far recuperare allo stabilimento la competitività necessaria a sostenere il piano di espansione del business. Nel corso dell’incontro l’azienda ha infine smentito l’avvenuta cessione della "Rossana" e del marchio "Ore liete", ma ha sottolineato che sta valutando le opzioni e che non investirà su prodotti che considera residuali (per "Rossana" il 2% del fatturato).
Fin qui i contenuti del piano. La reazione dei sindacati è stata abbastanza positiva perché finalmente l'azienda parla di rilancio. Anche le istituzioni tutto sommato hanno avuto una reazione positiva. Ma ci piace raccomandare coloro che hanno il compito di vigilare sull'applicazione del piano, quindi le istituzioni e i sindacati, di non distrarsi, di non svegliarsi solo quando ci sono i problemi o gli allarmi, perché per troppo tempo la città, la comunità in generale, è stata distratta, forse anche distaccata dalle sorti della storia fabbrica di Perugia. Insomma non ci si può dichiarare sorpresi e preoccupati se l'azienda decide di cedere qualche marchio o prevedere un piano di riorganizzazione. Le aziende seguono una logica di profitto: se un prodotto non vende, bisogna fare qualcosa, è la legge del mercato, e tra questo qualcosa ci può essere di tutto, compresi i tagli dei posti di lavoro. Insomma non ci si può dannare solo dopo che i buoi sono scappati dal recinto. Bisogna pensarci prima.


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