mercoledì 30 marzo 2016

"Inchino" e strage, non è Pasqua

Editoriale Radio Onda Libera del 29 marzo 2016

Oggi parliamo di religione, di un'usanza che va assolutamente stigmatizzata ma anche della strage di innocenti il giorno di Pasqua in Pakistan. Partiamo dalla prima notizia, e cioè l'omaggio al boss del paese da parte dei parrocchiani che portavano in spalla la statua del Cristo morto durante la processione del venerdì santo. E' accaduto a San Michele di Ganzaria, in provincia di Catania e la magistratura ha aperto un'inchiesta.

Mentre gran parte della folla dei fedeli è rimasta nella piazza principale del paese, quelli che trasportavano la statua hanno deviato dal percorso ufficiale raggiungendo la casa di un boss mafioso detenuto in regime di 416 bis. E qui c'è stato anche un applauso di un centinaio di persone che hanno accompagnato l'inchino del cristo morto. Al momento della deviazione dal tragitto concordato, il sindaco ha tolto la fascia tricolore prendendo le distanze da quanto stava accadendo, così come hanno fatto il parroco e il comandante della stazione dei carabinieri.
Non è la prima volta che - nelle terre di mafia, camorra e ‘ndrangheta - durante le processioni, le statue dei santi e delle Madonne deviano dal percorso stabilito per andare a fare l’inchino davanti alle abitazioni dei boss. E questi fatti la dicono lunga su una serie di considerazioni che meriterebbero un approfondimento serio: la prima sulla concezione della religione in alcune parti d'Italia, poi il sentimento di attaccamento alle tradizioni e ai riti religiosi, infine il timore reverenziale, per non dire altro, di una parte della comunità nei confronti del potente di turno, anche se mafioso, che va omaggiato con l'inchino del santo. Questi omaggi non sono un esempio di buona educazione civica, in particolare per le giovani generazioni.
Passiamo alla seconda notizia, quella terribile strage che ha insanguinato il giorno della resurrezione e che ha causato una settantina di vittime in Pakistan. Un attentato pare firmato dai talebani, precisamente in un parco giochi dove sono stati uccise famiglie cristiane, in particolare donne e bambini.
Il crimine è stato condannato da tutto il mondo, in primis dal Papa che ha anche rivolto un appello alle autorità di quel Paese affinché si adoperino per ridare sicurezza e serenità alle minoranze religiose più vulnerabili. In tanti paesi del mondo noi cristiani siamo minoranza, la nostra religione è considerata inferiore alle altre. Un aspetto, questo, difficile da comprendere vivendo in Italia dove c'è il Vaticano, dove vive il Papa che è il rappresentante supremo di Pietro sulla Terra. Eppure è così, e questo deve far riflettere, pensare che non si possono allevare kamikaze nel nome di un dio migliore o peggiore di un altro. Insomma le guerre di religione non dovrebbero esistere al giorno di oggi, perché le guerre non sono giustificate da nessun dio.


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