mercoledì 16 marzo 2016

I migranti muoiono, l'Europa blatera

Editoriale Radio Onda Libera del 15 marzo 2016

Scene che commuovono, che colpiscono, quelle dei migranti. E non ci riferiamo solo a quei barconi in mezzo al mare che in realtà sono zattere di disperati, ma a quelle migliaia di persone, uomini, donne, bambini e anziani che sono sistemati nei campi allestititi per una prima accoglienza. Dai reportage le immagini sono di condizioni ai limiti della sopravvivenza, tende in mezzo al fango, tra le intemperie, e assistenza garantita soltanto dalle associazioni di volontari che fanno quello che possono.
E oltre alle tante fotografie che ci hanno indignato, il padre con il figlioletto morto sulla spiaggia, il ragazzino chiuso in un trolley, le file infinite di gente per strada che cammina verso un Paese migliore, eccone altre che testimoniano la guerra in atto, che una parte del mondo sta vivendo e un'altra parte sta assistendo in modo quasi indifferente.
Ieri di fronte alle frontiere sigillate lungo la rotta dei Balcani migliaia di migranti e profughi hanno lasciato il campo-inferno di Idomeni in Grecia per aggirare il blocco e cercare nuove vie d’ingresso in Macedonia, per proseguire a tutti i costi il viaggio verso la terra promessa dell’Europa occidentale. Un'azione disperata di gente che non ha più nulla da perdere, che da quando ha accettato di salire su quei barconi sapeva che qualsiasi cosa, anche la vita indecente e indecorosa dietro a un muro di filo spinato, sarebbe stata meglio della morte sicura per fame e guerra.
Immagini drammatiche, strazianti di uomini, donne, vecchi e bambini mentre affrontano le acque agitate di un fiume quasi nero per le piogge, aggrapparti a una corda che rappresenta il passaggio, la salvezza. 

Dinanzi a tutto questo le coscienze sembrano assopite, la sensazione è che ci facciamo l'abitudine, che queste tragedie non ci interessano perché sono lontane da noi. Eppure quegli occhi, quelle mani, quelle vite dovrebbero riguardarci, perché sono di persone vittime di guerre e quando si è in guerra deve scattare la solidarietà. Solidarietà che non è scattata, che non scatta per questi disgraziati. E nel frattempo chi ha il dovere di fare qualcosa perde tempo a chiacchierare, a blaterare mentre questi poveretti muoiono.

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