lunedì 29 febbraio 2016

Bergoglio sa essere rivoluzionario

Editoriale Radio Onda Libera del 29 febbraio 2016

Il dramma dei migranti e il dramma del lavoro che non c'è. Su questi temi si è espresso negli ultimi giorni il Papa e come al solito lo ha fatto in modo chiaro, semplice e senza tanti giri di parole. Ieri all'Angelus ha sferrato un vero e proprio atto d'accusa verso i tanti Paesi dell'Unione europea che sono indifferenti e addirittura ostili alla tragedia dei migranti che fuggono dalle guerre e dalle altre situazioni disumane.
Ha ricordato quanto sta facendo la Grecia e gli altri Paesi in prima linea che non vanno lasciati soli, c'è bisogno di una risposta corale e di una distribuzione equa dei pesi. Il riferimento è ovviamente a quelle nazioni che hanno deciso una stretta ai confini, e cioè quelli balcanini e da ultimo l'Austria. Sono migliaia gli uomini, le donne e i bambini bloccati ai confini della Grecia, con la Macedonia per esempio, ed è uno spettacolo indecente che offende la dignità delle persone,
Sull'onda delle parole del Pontefice anche la Merkel, che in riferimento a ciò ha detto: "Questa non è la mia Europa". Bene diciamo noi, ma allora l'Europa si dia da fare una volta per tutte per realizzare un piano serio ed efficace, che obblighi tutti i Paesi ad assumersi la responsabilità di questo dramma. Altrimenti questi commenti appaiono di circostanza, vuoti e anche ipocriti. E onestamente sarebbe anche ora di finirla con le chiacchiere mentre i fatti stanno a zero.
 
Il secondo tema affrontato sempre di petto e senza fronzoli dal Papa è quello del lavoro e lo ha fatto durante un incontro con gli imprenditori di Confindustria, invitando a dare opportunità ai giovani precari e a coloro che perdono l occupazione in età avanzata. Nel suo discorso Bergoglio fa appello agli imprenditori a rifiutare le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e soprattutto "le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi".
Ma Francesco va a oltre ed entra nel merito del significato di fare impresa e dice come al solito la sua: "Non permettete che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano miopie individualistiche, tristi egoismi e sete di guadagno". Parole forti che segnano una linea, che non possono non colpire chi ascolta.
Detto questo, in conclusione ci sentiamo di dire che questo Pontefice è veramente rivoluzionario perché poco politico, poco rinchiuso nelle mura del Vaticano e si occupa dei problemi della gente. Ecco perché questo Papa continua a piacere.


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